domenica 21 novembre 2010

Quel preservativo sul concistoro (Andrea Tornielli)



di Andrea Tornielli

Cari amici, chiedo anticipatamente scusa per il titolo provocatorio che ho sceltro per le  (troppo lunghe) considerazioni che seguiranno. Come sapete, martedì prossimo sarà in vendita nelle librerie di tutto il mondo il libro-intervista che Peter Seewald ha scritto con Benedetto XVI. Il Giornale ne ha parlato più volte, e già ieri ne ha presentato alcuni stralci, tratti da un capitolo nel quale il Papa parla del suo modo di affrontare il servizio di Pietro e il contatto con le folle di fedeli.
Oggi anche Il Giornale, come i quotidiani di tutto il mondo, dà ampio spazio alle parole del Papa sul preservativo contenute nel libro e anticipate ieri pomeriggio da L’Osservatore Romano. Argomento che continuerà a far discutere, anche perché, come più di qualcuno ha fatto notare, mentre nel testo del quotidiano vaticano (che ovviamente avrà riportato in modo fedele la versione italiana del libro), nell’esempio dedicato all’uso in qualche modo giustificato del condom, Ratzinger parla di «prostituta», al femminile, nel testo originale tedesco e nelle traduzioni in francese e inglese, quel termine è al maschile, vale a dire «prostitito». Un’incongruenza sulla quale è probabile che nelle prossime ore la Libreria Editrice Vaticana (Lev) o la Sala Stampa della Santa Sede faranno chiarezza.
La Lev aveva deciso che oggi, sarebbero uscite su molti quotidiani alcune selezionate anticipazioni del libro del Papa, vale a dire ampi stralci dei capitoli primo, sesto e diciasettesimo. Capitoli che non contenevano notizie eclatanti, prese di posizione sulla sessualità, sulla pedofilia etc., ma dalle quali emergeva comunque in modo limpido l’atteggiamento del Pontefice, come ha vissuto l’elezione, alcuni particolari anche spiccioli sulla sia vita quotidiana.
Ieri pomeriggio, però, L’Osservatore Romano ha pubblicato un’anticipazione molto ampia, scegliendo le parti giudicate evidentemente più interessanti da tutto il libro e non soltanto dai capitoli che l’editrice vaticana aveva selezionato per questa prima anticipazione. Gli stralci sul quotidiano del Papa sono stati pubblicati senza le domande dell’intervistatore. Com’era prevedibile – e non occorre essere degli spin-doctor o dei professori in scienze della comunicazione – è stato l’importante passaggio sul preservativo ad attirare l’attenzione mondiale. Tanto che l’anticipazione de L’Osservatore ha provocato la fine dell’embargo che la Lev aveva chiesto a coloro ai quali era stato dato in anteprima il testo integrale, che nella serata di ieri era ormai di pubblico dominio in tutto il mondo.
Mi permetto sommessamente di proporvi alcune domande. Anche perché ieri, sabato 20 novembre, in Vaticano non era un giorno qualunque. Era il giorno in cui Benedetto XVI ha celebrato il suo terzo concistoro, elevando alla porpora 24 nuovi cardinali. E ha pronunciato un’omelia bellissima, straordinaria, attirando ancora una volta l’attenzione sul fatto che quello ecclesiale è un ministero di servizio, non di potere, e che l’autorità è data per servire, non per primeggiare, non per realizzare la propria ambizione o i propri progetti.
Mi chiedo: ma era davvero necessario che proprio ieri, proprio nel pomeriggio del giorno del concistoro, proprio il quotidiano vaticano pubblicasse un’anticipazione tale da vanificare quella «pilotata» dalla Libreria Editrice Vaticana? L’Osservatore Romano, non un tabloid, non un giornale o un sito Web laico a caccia di scoop – con tutto il rispetto per gli scoop, dato che il mestiere del giornalista è quello di cercare le notizie, di verificare se siano attendibili e di pubblicarle, con buona pace di coloro i quali, dentro i sacri palazzi, amano soltanto i cronisti «laudatores», e spesso non trovano di meglio, per giustificare i loro errori, che dare la colpa a noi: ne abbiamo tantissime di colpe, e gravissime, ma anche Oltretevere si commette qualche sbaglio e ieri, a mio modesto avviso, ne è stato commesso uno considerevole…
Non sarebbe stato meglio far uscire le anticipazioni già previste (che nel caso del mio quotidiano, ad esempio, sono finite nel cestino, sostituite da due pagine praticamente monotematiche sul preservativo), lasciando per la presentazione di martedì, o comunque per oggi o domani, la diffusione dei brani che più avrebbero fatto discutere, in modo da lasciare lo spazio mediatico che meritava al concistoro, alle bellissime parole del Pontefice, al «colore» delle visite di calore ai nuovi porporati?
Ieri, all’ora di cena, mentre stavo scrivendo l’ultimo degli articoli che pubblico oggi sul Giornale, mi ha chiamato un amico e collega dal Veneto che mi ha detto: «Che gran battage mediatico sul preservativo! Ma i cardinali il Papa li fa domani?». Aveva letto i giornali online nel pomeriggio, la notizia del concistoro era scomparsa, credeva che tutto fosse rimandato a oggi. Perché non si è pensato che l’anticipazione sul quotidiano vaticano – arrivato per primo a presentare tutti i passi più mediaticamente interessanti del nuovo libro del Papa – avrebbe anestetizzato o addirittura fatto scomparire la notizia del concistoro, ridotta a un box a piede di pagina? A me sembra una questione di buon senso, non di strategie comunicative.
Vorrei credere che si sia trattato di un caso, di uno scivolone imprevisto (anche se è onestamente difficile considerare imprevisto un concistoro). Spero vivamente che non si sia trattato di una strategia studiata a tavolino.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.