giovedì 25 novembre 2010

"LUCE DEL MONDO"... BUIO FRA I FEDELI... (Francesco Colafemmina)





L'amico Francesco Colafemmina ritorna a discutere la questione poco chiara sulle frasi del Pontefice nel libro intervista "Luce del Mondo" sul tema dei profilattici:


"di Francesco Colafemmina

Difendere il Papa è un nostro dovere di Cattolici, far finta di non aver capito le sue parole è pura ipocrisia.

Sul condom il Papa aveva le idee molto chiare quando ha rilasciato la sua intervista a Seewald, ed è ridicolo, oltre che preoccupante, che un coro di osanna si sia levato da una parte all'altra del mondo (cattolico e non). E' preoccupante che nessuno abbia avuto il coraggio di dire ciò che effettivamente è accaduto: il Papa ha supportato, con cautela, la teoria ABC ed ha ripetuto frasi che - solo qualche anno fa - trovavamo in bocca al Cardinal Daneels e a qualche ribelle sacerdote della Conferenza Episcopale Spagnola.

Mi riferisco ai due casi più simili ed emblematici in merito alla questione. Il primo caso riguarda le dichiarazioni rilasciate alla BBC nell'ottobre del 2003 dalla buonanima del Cardinal Alfonso Lopez Trujillo, allora Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia. Il Cardinal Trujillo, suscitando naturalmente lo sdegno mondiale, osò affermare che il condom non poteva essere considerato un efficace mezzo per prevenire l'AIDS e che l'unico indirizzo preventivo della Chiesa Cattolica è costituito da: astinenza, castità e fedeltà matrimoniale.

Apriti cielo! Le cataratte mediatiche si aprirono e rovesciarono sul Cardinale fiumi e fiumi di stereotipate accuse rivolte alla Chiesa Cattolica: retrogradi, ignoranti, assassini (perché non prevenite il contagio in Africa) etc. etc.

Tuttavia le voci del dissenso non mancarono nel seno stesso del Collegio Cardinalizio e si incarnarono nelle parole del Cardinal Daneels, l'allora primate del Belgio, recentemente coinvolto nei casi di copertura di molti abusi pedofili perpetrati dal clero. Affermò in quell'occasione Daneels: "E' un' iniziativa deplorevole, non spetta a un cardinale parlare delle virtù di un prodotto. Non so se le sue valutazioni siano attendibili".


"Affermare che una persona che rifiuta di astenersi dal sesso casuale dovrebbe usare un profilattico non significa nè condonare il suo comportamento, nè condonare il profilattico in sé, così arguiscono alcuni teologi; significa solo incoraggiarla ad assumersi qualche responsabilità morale per le vite degli altri.
Il Cardinale Godfried Danneels, Arcivescovo di Bruxelles, lo ha detto in gennaio affermando: "se una persona infetta da HIV ha deciso di non rispettare l'astinenza, allora deve proteggere il suo partner e lo può fare - in questo caso - usando il profilattico." Fare altrimenti, ha aggiunto, "significherebbe violare il 5° comandamento" ossia non uccidere."

Queste parole del Cardinal Daneels, sono praticamente identiche - ripeto - identiche, a quelle che abbiamo sentito pronunciare recentemente da tutti i difensori della posizione espressa dal Papa a Seewald. L'unica differenza è costituita dal limite posto dal Papa: ossia solo per i prostituti maschi attivi (limite poi allargato a prostitute, e transessuali). Tuttavia proprio su quest'ultimo punto i difensori ad oltranza delle parole riportate nel libro intervista di Seewald, dovrebbero ricordare le parole delVescovo Filippino, Mons. Oscar Cruz il quale, solo a febbraio di quest'anno, di fronte alla distribuzione di condom gratuiti da parte del governo agli "operatori sessuali" (prostituti e affini) ha proposto l'abolizione della prostituzione!

Le parole di Daneels suonarono allora come una sfida del progressismo alla Chiesa. Furono d'altra parte precedute da una lunga chiarificazione del Cardinal Trujillo che è ancora leggibile sul sito della Santa Sede, datata 1 dicembre 2003.

Tra le tante ragioni portate da Trujillo vi è la seguente: "La Chiesa Cattolica ha ripetutamente criticato i programmi che promuovono il condom come mezzo del tutto efficace e sufficiente per la prevenzione dell’AIDS. Le diverse Conferenze Episcopali in tutto il mondo hanno espresso la loro preoccupazione riguardo a questo problema. I Vescovi Cattolici del Sud Africa, del Botswana e dello Swaziland categoricamente considerano «la diffusione e la promozione indiscriminata dei condom come un’arma immorale e sbagliata nella nostra battaglia contro l’HIV/AIDS per le seguenti ragioni: l’uso del condom è contrario alla dignità umana; i condom tramutano il bellissimo atto di amore nella ricerca egoista del piacere, respingendo ogni responsabilità; i condom non garantiscono la protezione contro l’HIV/AIDS; i condom possono essere perfino uno dei motivi principali di diffusione dell’HIV/AIDS. A parte la possibilità che i condom possano essere difettosi o usati in modo sbagliato, essi contribuiscono al venir meno dell’autocontrollo e del rispetto reciproco»".

Aggiunge quindi il Cardinale una citazione del neo-Cardinale Elio Sgreccia: "Un altro moralista italiano, Elio Sgreccia, attualmente Vescovo e Vice Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha scritto che le campagne basate solo sulla libera distribuzione dei preservativi «possono diventare non soltanto fallaci, ma controproducenti e incoraggianti… nell’abuso della sessualità; in ogni caso risultano prive di contenuti veramente umani e di responsabilizzazione globale della condotta»".

Naturalmente il Papa nell'intervista a Seewald, non ha negato quanto sopra affermato da Trujillo, ma ha proposto il ricorso al condom quale "male minore" e lo ha identificato in ben due passaggi come "l'inizio di una moralizzazione": ossia se un prostituto/a o un trans mettono o fanno mettere il condom iniziano a convertirsi e a responsabilizzarsi... Parole difficili da comprendere perché piuttosto "ambigue". Dunque ecco tutti che cercano di conciliare l'inconciliabile: il condom non è una soluzione etica, ma in certi casi rappresenta l'avvio verso una moralizzazione!

Un altro caso clamoroso accadde nel 2005. Il 18 gennaio 2005 infatti, il Segretario della Conferenza Episcopale Spagnola, p. Juan Antonio Martìnez Camino (nominato poi vescovo da Papa Benedetto), incontrando il ministro della sanità Elena Salgado, affermò che "i preservativi hanno un ruolo nella prevenzione integrale e globale dell'AIDS" avallando inoltre la strategia ABC (Astinenza, Fedeltà, Preservativo). Ci fu grande agitazione nei Sacri Palazzi e l'uscita di Camino fu smentita, ritrattata, riportata entro i confini dell'etica cattolica. Ma il colpo fu comunque piuttosto duro.

Ora, a questo link potete trovare un elenco di altri casi di Cardinali e Vescovi che hanno tentato di incrinare la risposta del Cattolicesimo all'uso del condom, nell'ambito della prevenzione del virus HIV.

Sorvolo su tutte le uscite dell'antipapa Cardinal Martini, già dal 2006 impegnato nelsovvertimento delle posizioni cattoliche in tema di bioetica, e vengo a questi giorni ricchi di turbamento e confusione.

Oggi si è aggiunta un'altra nube al cielo cattolico già ingrigito dalla tempesta del condom, con la rivelazione che secondo il Papa "l'evoluzione ha generato la sessualità per la riproduzione". Sarà anche una frase estemporanea, detta con la precauzione di un "si potrebbe dire, volendosi esprimere in questi termini". Purtuttavia il Papa "ha voluto esprimersi" in questi termini e "ha potuto dire" che "l'evoluzione ha generato la sessualità". Non ha detto infatti: "se ci dovessimo esprimere secondo il lessico laicista e scientista, dovremmo dire che l'evoluzione avrebbe generato la sessualità"!

Detto questo qual è il senso delle mie riflessioni? Molto semplicemente che non ho letto neppure in un commento al volume "Luce del Mondo" parole ponderate e riflessioni anche critiche. Nonostante il Papa stesso abbia circoscritto in maniera esemplare il senso dell'infallibilità, ciononostante, tutti sembrano affrontare le dichiarazioni contenute ne "La luce del mondo" come se si trattasse di articolazioni, certo più domestiche e colloquiali, dell'infallibilità di Pietro.

Così tutti i commenti a "Luce del Mondo" vanno dall'untuosa adulazione papale alla causidica eviscerazione delle ragioni per cui il Papa non avrebbe cambiato di una virgola la morale cattolica in tema di uso del condom e prevenzione dell'HIV. Leggo entusiasmi di destra e di sinistra, critiche furibonde a quei quattro pruriginosi che si sono concentrati solo sul condom, esaltazioni del Papa da parte di Pannella e dell'ONU, ma non di Nichi Vendola, deluso dalle sue parole sull'omosessualità (tra un cambiamento e l'altro Vendola si aspettava anche questo...).

Ho letto di parole piuttosto forti del Papa su Williamson, un vescovo dal Pontefice considerato mai cattolico "nel senso proprio del termine", ma "passato direttamente dall'anglicanesimo a Lefebvre" proprio quando è il Papa stesso ad aver istituito l'ordinariato anglicano (persino per preti già sposati)! E leggo ancora che il Papa non gli avrebbe mai tolto la scomunica se avesse saputo del suo negazionismo (come se il negazionismo fosse diventato un vero e proprio "dogma di fede").

Che dire poi di queste parole del Papa: "Israele sa che il Vaticano appoggia Israele, appoggia l'ebraismo nel mondo, sa che noi riconosciamo gli ebrei come nostri padri e fratelli"?

Nessuno tuttavia ha espresso un giudizio più cauto, si è chiesto l'opportunità di questo genere di libri, nei quali il tono colloquiale misto all'autorevolezza del Papa, può generare corti circuiti presso i fedeli e autorizzare interpretazioni erronee, estreme, maliziose di ogni sua parola. Nessuno ha storto il naso e si è domandato il senso delle varie palinodie del Pontefice su una serie di temi, da Ratisbona al caso Williamson, e al condom... Anzi tutti hanno riconosciuto in queste palinodie, il valore di una profonda autocritica.

Nessuno insomma si è chiesto a cosa serva questo libro-intervista. A cosa serva per i cattolici e per i non cattolici. Le risposte potrebbero essere molto più interessanti di quanto immaginiamo...

Intanto posso solo testimoniare a tutti i lettori che fior di sacerdoti, docenti di teologia morale, cattolici irreprensibili e semplici uomini della strada vagano nella più totale confusione. Anzi, sono più semplicemente "sbigottiti" e si appellano alla Congregazione per la Dottrina della Fede (che stando ad indiscrezioni non avrebbe avuto nulla da eccepire in merito al contenuto del libro). Se nessuno fa nulla per confermare le loro granitiche certezze (ripeto - parliamo di cattolici seri, fedeli al Papa più di qualche Vescovo o Cardinale ribelle), minate da certe ambiguità di fondo del testo di quel libro-intervista, se nessuno si preoccupa di loro, ma di compiacere l'intero teatrino mediatico del quale inevitabilmente questo libro è diventato protagonista, cosa accadra?

Per ora non ci resta che pregare."


Qui potete leggere un'altro articolo sempre del Dott. Colafemmina riguardo le frasi del Pontefice, interessanti sono anche i commenti in particolare quelli del Prof. Dante Pastorelli.



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