venerdì 19 novembre 2010

Il Belgio si ribella al Vaticano!



Nessuna gerarchia e messe senza preti, così il Belgio si ribella al Vaticano
di Paolo Rodari

18 novembre 2010

Da quando, poco meno di un anno fa, il conservatore Andrè-Joseph Léonard è divenuto arcivescovo di Malines-Bruxelles e primate del Belgio è successo di tutto. La chiesa cattolica, compatta, ha adottato sulla pedofilia la linea della “trasparenza totale”: tutti hanno applaudito la polizia locale che, in cerca di documenti compromettenti, ha sventrato le tombe dei cardinali Jozef-Ernest van Roey e Léon-Joseph Suenens. L’Università cattolica di Lovanio, la più antica d’Europa, ha chiesto ufficialmente di non chiamarsi più “cattolica” avallando l’idea che più laicizzati si è meglio è. Infine, la notizia riportata ieri dal New York Times: a Buizingen, a sud ovest di Bruxelles, è nato un movimento alternativo alla chiesa ufficiale dove a dire messa non è più un prete ma un laico. Nella chiesa di don Bosco, infatti, deceduto l’anziano parroco, non si è trovato alcun giovane sacerdote in grado di sostituirlo. E così Willy Delsaert, un impiegato delle ferrovie in pensione, ha pensato di dar vita a un nuovo movimento cattolico, in cui a celebrare le funzioni sono i fedeli, senza l’aiuto di un sacerdote. La celebrazione eucaristica segue un copione molto semplice: i fedeli si riuniscono intorno a un grande tavolo e celebrano la messa in un rito collettivo che non impone né gerarchie né metodologie tradizionali di intervento. “Chi prende questo pane e lo mangia” ha eloquentemente detto Delsaert con l’ostia in mano durante una cerimonia, “dichiara il proprio desiderio per un nuovo mondo”. Scrive il Nyt: “Con queste parole il signor Delsaert e i suoi compagni parrocchiani stanno discretamente guidando un movimento che ha radici molto profonde e sfida secoli di dottrina della chiesa cattolica romana, servendo e impartendo la comunione senza preti”.

Come quella di don Bosco, sono almeno una dozzina le chiese cattoliche senza sacerdoti che sono spuntate e cresciute negli ultimi due anni in Olanda e nella parte fiamminga del Belgio, la regione delle Fiandre. Il Nyt le definisce “una reazione non facile a una combinazione di fattori: La mancanza di preti, l’insoddisfazione verso il Vaticano per la nomina di un vescovo conservatore – appunto Andrè-Joseph Léonard, ndr – e, più recentemente, il malessere per il tentativo di occultare gli abusi sessuali dei preti”.

Quando Papa Benedetto XVI nominò Léonard alla guida della chiesa belga lo fece proprio per contrastare questo genere di fenomeni. In tutto il paese la sola diocesi che riusciva ad aumentare nel proprio seminario il numero dei candidati al sacerdozio era quella di Namur, guidata da Léonard. Ratzinger vide in lui una speranza e lo volle a Bruxelles. Ma non è facile per Léonard combattere da solo contro tutti. E’ in Belgio, infatti, più che altrove, che l’idea di una chiesa senza gerarchia prende piede e si afferma. Già dai tempi del Concilio Vaticano II si sponsorizzava una chiesa “sciolta nella modernità”, la chiesa del teologo domenicano Edward Schillebeeckx. Fu Schillebeeckx a introdurre diversi teologi nella Nouvelle Théologie. Negli anni Sessanta ispirò il “Nuovo catechismo olandese” nel quale vi sono affermazioni ambigue sul peccato, la redenzione, l’eucarestia, la verginità della Madonna, il ruolo della chiesa e del Papa.

Sull’argomento “Belgio” leggi anche: “Il Papa esalta santa Giuliana di Liegi. Con una stoccata al suo vescovo“.

Fonte

La chiesa Belga è oramai in totale apostasia!
Ci auguriamo che la Santa Sede intervenga immediatamente e che dia in maniera definitiva una sterzata a questo processo di decadenza post conciliare ritornando alla Tradizione.

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