lunedì 15 novembre 2010

PIÙ SILENZIO NELLE MESSE, NO A DIVAGAZIONI E ALLE POESIE



Il Papa striglia un certo modo approssimativo di celebrare la messa e, in vari punti dell'esortazione apostolica sulla Parola di Dio, 'Verbum domini', critica le "divagazioni" nelle omelie, l'assenza di silenzio e gli "abusi" liturgici di chi nelle celebrazioni liturgiche non legge la Bibbia ma brani di letteratura. "Coloro che per ministero specifico sono deputati alla predicazione abbiano veramente a cuore questo compito", scrive Benedetto XVI. "Si devono evitare omelie generiche ed astratte, che occultino la semplicità della Parola di Dio, come pure inutili divagazioni che rischiano di attirare l'attenzione sul predicatore piuttosto che al cuore del messaggio evangelico". I preti devono conosce la Sacra Scrittura e predicare "con convinzione e passione". Il Papa auspica che si diffonda la 'liturgia delle ore' ("Non potrà che aumentare tra i fedeli la familiarità con la Parola di Dio") e, quanto al silenzio, sottolinea: "Il nostro tempo non favorisce il raccoglimento e a volte si ha l'impressione che ci sia quasi timore a staccarsi, anche per un momento, dagli strumenti di comunicazione di massa. Per questo è necessario oggi educare il Popolo di Dio al valore del silenzio. Riscoprire la centralità della Parola di Dio nella vita della Chiesa vuol dire anche riscoprire il senso del raccoglimento e della quiete interiore". Il Sinodo del 2008 sulla Bibbia, ricorda ancora il Papa, "ha vivamente ribadito quanto, peraltro, già stabilito dalla norma liturgica della Chiesa, che le letture tratte dalla sacra Scrittura non siano mai sostituite con altri testi, per quanto significativi dal punto di vista pastorale o spirituale". Si tratta "di una disposizione antica della Chiesa che va mantenuta. Di fronte ad alcuni abusi, già il Papa Giovanni Paolo II aveva richiamato l'importanza di non sostituire mai la sacra Scrittura con altre letture. Ricordiamo che anche il Salmo responsoriale è Parola di Dio, con la quale rispondiamo alla voce del Signore e per questo - scrive Ratzinger - non deve essere sostituito da altri testi; mentre è assai opportuno poterlo eseguire in forma cantata".
Città del Vaticano, 11 nov. (Apcom)

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