giovedì 18 novembre 2010

NON TRATTIAMO I LUPI COME SE FOSSERO PECORELLE SMARRITE



"[...] Vi sono molti cattolici che reputano gli episodi del Vangelo in cui appare il santo furore del Messia contro l’ignominia e la perfidia dei farisei come qualcosa di indegno da imitare. Perlomeno è quel che si deduce poi dal modo come valutano l’apostolato. Allora discorrono sempre con dolcezza, e cercano sempre di imitare questa specifica virtù del Signore.
Che Dio li benedica per questo. Ma perché non cercano di imitare anche le altre virtù del divino Maestro?
Molto spesso, quando si propone in materia di apostolato un qualsiasi atto di energia, la risposta invariabile è che bisogna procedere con molta soavità “per non allontanare ancor più i fuorviati”. Orbene, è possibile sostenere che gli atteggiamenti energici hanno sempre e comunque l’invariabile effetto di “allontanare i fuorviati”? Quindi si potrebbe affermare che quando Gesù diresse ai farisei le Sue incandescenti invettive, lo fece con l’intenzione di “allontanare ancor più i fuorviati”? O semmai si dovrebbe supporre che Nostro Signore non sapesse o non si preoccupasse dell’effetto “catastrofico” che le Sue parole avrebbero causato sui farisei? Chi oserebbe ammettere una tale blasfemia contro la Sapienza Incarnata, Nostro Signore Gesù Cristo? Dio ce ne scansi dal preconizzare l’uso dell’energia e dei processi violenti come l’unico rimedio per le anime. Ma Dio ci liberi pure dall’abolire questi eroici rimedi dai nostri metodi apostolici. Vi sono circostanze in cui si deve essere soavi e circostanze in cui si deve essere santamente violenti. Essere soavi quando le circostanze esigono violenza, oppure essere violenti quando le circostanze esigono soavità, è sempre un grave male.
Tutto quest’ordine di idee unilaterale qui denunciato, decorre da una considerazione altrettanto unilaterale delle Parabole. C’è molta gente che fa della parabola della pecorella smarrita l’unica esistente nel Vangelo. Ora, qui c’è un gravissimo errore che non possiamo non denunciare. Infatti, Gesù non ci parla soltanto di pecorelle smarrite, insanguinate dai rovi in cui purtroppo sono andate a finire e che il Pastore va a cercare pazientemente in fondo agli abissi. Il divino Maestro ci parla pure dei lupi rapaci, che circondano continuamente l’ovile, in attesa di un occasione per ivi introdursi camuffati con pelle di agnelli. Ebbene, se è ammirevole il pastore che sa caricare con dolcezza sulle proprie spalle la pecorella smarrita, che diremmo del pastore che abbandonasse le pecorelle fedeli per andare a cercare lontano un lupo mascherato da agnello, lo caricasse affettuosamente sulle spalle, gli aprisse lui stesso le porte dell’ovile e con le sue mani pastorali introducesse tra le pecorelle quella belva vorace? Eppure, ahimè, quanti cattolici, se mettessero in pratica i principi di apostolato unilaterale che professano, si comporterebbero proprio così!"

(Plinio Corrêa de Oliveira – “O Legionario”, 28 Settembre 1941, Trad. a cura di Umberto Braccesi)

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