venerdì 11 gennaio 2013

SEMPER IDEM?


 
«...Io stesso, quando ero professore, ho visto come lo stesso Vescovo che, prima del Concilio, aveva licenziato un insegnante che era realmente irreprensibile, per una certa crudezza nel discorso, non è stato in grado, dopo il Concilio, di allontanare un professore che ha negato apertamente verità della fede certe e fondamentali. Tutto questo conduce tantissima gente chiedersi se la Chiesa di oggi è realmente la stessa di ieri, o se l’hanno cambiata con qualcos’altro senza dirlo alla gente...» 

Card. Joseph Ratzinger, 13 luglio 1988
 

Cum Petro et sub Petro ! Reali motivi che mi portano a rigettare la “tesi di cassiciacum” e la Messa “non una cum”.

 

Riportiamo per gentile concessione dell'autore le ragioni teologiche, che facciamo anche nostre, che spingono il Sig. Gaetano Accomando a ritenere inadeguata nonch'é erronea la posizione di chi afferma essere vacante la Sede Apostolica negli ultimi quarant'anni.

Scrivo per mettere fine a critiche che mi vengono mosse, per ribadire con chiarezza la mia posizione, senza avere velleità di convincere nessuno né di polemizzare, ma per far uscire dalla “mia bocca” la reale posizione che si presume nessuno possa conoscere meglio di me. Mi viene detto:” se dici che è Papa, devi obbedirgli”. A questa affermazione rispondo che per conservare il bene comune e in certi limiti è lecito disobbedire e trovo questa possibilità nelle Sacre Scritture:

“Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Barnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: "Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei? Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno". Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore. In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano. (Gal. II, 11-21al. II, 11-21)

Quindi ne deduco che mi si possa contestare, non la disobbedienza in se, ma la disobbedienza “abituale”, termine che in teologia non saprei consa significhi, non credo abbia valore alcuno. Va pure sottolineato che i “tesisti” riconosco Papa simpliciter Giovanni XXIII che ha promulgato infallibilmente il messale del 1962, ma non lo utilizzano (gallicanesimo occulto).Adesso do (per assurdo ovviamene) di trovarmi nella situazione di papato puramente materiale, anche se con l’attuale Pontefice mi risulta un po’ arduo, visto le dichiarazioni pubbliche di chi la “tesi” l’ha scritta. Infatti p. Guérard des Lauriers riteneva che chi fosse stato eletto papa, ma fosse stato consacrato vescovo col nuovo rito, lui e i suoi successori sarebbero: “pure comparse di papi” (Il problema dell’Autorità e dell’episcopato nella Chiesa, Verrua Savoia, CLS, 2005, p. 37).Va notato che una “pura comparsa” non è neppure “papa materialmente o in potenza”. Il 21 giugno 1963 Paolo VI viene eletto Papa e riconosciuto tale da tutta la Chiesa sparsa nel mondo. Questo dato è evidente e incontestabile. Quindi se la Chiesa non era quella che lo riconobbe dov’era? Qui entra in gioco il dogma d’indefettibilità della Chiesa, essa sarebbe dovuta sussistere altrove ma dove?Do per assurdo che qualche sofisma mi possa aver convinto che sussisteva altrove (dove dovrebbe secondo i tesisti sussistere ancora), ma questa Chiesa ha le caratteristiche di quella fondata da Nostro Signore Gesù Cristo? Il catechismo c’insegna che:” 184. La Chiesa docente e la Chiesa discente sono due parti distinte di una sola e medesima Chiesa come nel corpo umano il capo è distinto dalle altre membra e tuttavia forma con esse un corpo solo. 185. Di chi si compone la Chiesa docente? La Chiesa docente si compone di tutti i Vescovi con a capo il Romano Pontefice, sia che si trovino dispersi, sia che si trovino congregati in Concilio.” Dato ciò che la Chiesa m’insegna (con autorità suprema!), non posso vedere come ragionevole, la possibilità che sussista una Chiesa priva di autorità, infatti se attualmente perdurerebbe nei Vescovi “dissidenti” si troverebbe sprovvista sia della parte docente (non avendo questi giurisdizione), e sarebbe manchevole e dissimile da quella fondata da N.S. Gesù Cristo. Va notato che sarebbe impossibile trovare neppure la “Chiesa monca” fino alla nascita di correnti sedevacantiste. Non so datare quando queste sono sorte ma si conviene che il primo libro che fa questa svolta risale al 1973 (sedevacante, del gesuita messicano Sáenz y Arriaga). Dovrei credere che a differenza della promessa di N.S. Gesù Cristo: “Io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa”(Matteo 16:18), , avendo Paolo VI la totale comunione dei Cattolici, che per questo lasso di tempo la Chiesa non ci fosse affatto. A differenza dei sedevacantisti totalisti, i “tesisti” constatano la vacanza della santa sede con un giudizio privato, riconoscendo che le loro dichiarazioni anche se pubbliche non hanno valore nei confronti della Chiesa, mentre i “totalsti” presumo di avere quest’autorità direttamente da Dio, l’incuniugabilità delle due correnti, esclude l’una dall’altra dal far parte della Chiesa che sussisterebbe. La discendenza apostolica dei tesisti è garantita (come anche la sopravvivenza sacramentale)dalle consacrazioni fatte dall’ arcivescovo vietnamita, Pierre Martin Ngô Đình Thục, che oltre a persone stimabili e degne di rispetto ha consacrato “vescovi” anche Clemente Domínguez y Gómez (1976), che più tardi si autoproclamò “papa” col nome di Gregorio XVII, Jean Laborie (1977) veterocattolico da sempre che fondò la Chiesa Cattolica Latina di Tolosa, Cristian Datessen (1982) anch’egli veterocattolico, capo dell’Unione delle Petites Eglises , e capostipide di una genealogia di vescovi scismatici e a volte pure gnostici. Questa presunta Chiesa come conserverebbe la sua visibilità? L’ apostolicità e la visibilità della Chiesa, sono state date da Cristo alla sua Sposa, affinché i fedeli possano facilmente seguire il suo insegnamento, riconoscerla e distinguerla senza difficoltà dalle sette’ (cfr. “D. Th. C”., col. 2143)

L’offerta pubblica del sacrificio durerà ininterrottamente fino alla fine dei tempi, essa non può venir meno neppure un giorno può essere limitata ma mai non verificarsi totalmente (conf. 1 Cor 11,26). Il mio rifiuto totale per la Messa “non una cum” si basa dalle ragioni stesse che portano i sacerdoti che seguono questa “tesi” a celebrare così, infatti p. Guérard des Lauriers in (sodalituim, n. 36,p 77)diceva ”citare Giovanni Paolo II al “Te Igitur” della santa Messa vuol dire commettere oggettivamente e ineluttabilmente il doppio delitto di sacrilegio e di scisma capitale, e ciò avvenisse indipendentemente dall’intenzione di chi celebra o di chi assiste”. (noto che sul sito dell’I.M.B.C. questo numero è mancante di questa pagina e che arriva fino a pag. 75. La mia citazione è presa letteralmente da “la Tradizione Cattolica n. 52 pag.40).Quindi seguendo letteralmente l’autore della tesi dovrei credere che una delle due celebrazioni, abbia le caratteristiche di sacrilegio e di scisma capitale, Tertium non datur! Per prendere in considerazione che l’ “ Oblazio Munda” (offerta del Sacrificio Purissimo) sia quello offerto dai sacerdoti tesisti, dovrei sapere con certezza che dal 21 giugno 1963 (data per loro incontrovertibile visto che sostengono Paolo VI Papa solo materialmente e non formalmente) questo Santo Sacrificio sia stato perpetrato. Ma da chi? Se tutta la Chiesa è restata in comunione per anni! Dovrei constatare volente o dolente (prendendo per buona questa tesi), che S. Pio da Pietralcina (morto nel 1968) avrebbe trascinato le folle a celebrazioni sacrileghe e scismatice! Non mi è dato sapere dove potesse continuare(il Sacrificio purissimo), visto che p. Guérard des Lauriers stesso rimase in comunione col Papa, per poi (15 anni) esporre la sua “tesi”. In questo frangente storico, definito da tantissimi sacerdoti fedeli alla tradizione come la passione della Chiesa bisogna mantenere umiltà, e non avere velleità di poter risolvere questioni così complesse con tesi e trattati che non trovano riscontri colla Chiesa così come fu fondata da N.S. Gesù Cristo, non adattandola ad esigenze speculativa di sussistenza per questo superdogma della “Tesi”. Non è la Verità che si deve confermare nelle nostre “esigenze” ma noi ad essa! Con la coerenza che mi contraddistingue se avessi ritenuto possibile riscontrare la Chiesa, forse avrei pensato possibile anche quest’ipotesi ma de facto non la vedo. Con la speranza di vederci un giorno tutti in paradiso, sottolineando che moltissimi “tesisti” sono persone d’indubbio valore morale e mossi da spirito di verità, concludo ringraziando il Signore per avermi salvato da questa posizione (a differenza di molti), per grátia et veritáte, Deo grátias.

Gaetano Accomando.

mercoledì 2 gennaio 2013

Lettera di Mons. Marcel Lefebvre al Card. Ottaviani






 

Lettera di S. Ecc. Mons. Marcel LefebvreFondatore della Fraternità San Pio X
al Card. Ottaviani - allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (ex Sant'Uffzio) -
in risposta ad una richiesta avanzata dallo stesso Cardinale
 
Roma, 20 dicembre 1966

i neretti sono nostri

Eminenza,
La Sua lettera del 24 luglio, riguardante la messa in discussione di alcune verità, è stata comunicata, attraverso i buoni uffici della nostra segreteria, a tutti i nostri Superiori maggiori.

Ci sono pervenute poche risposte. In quelle che ci sono pervenute dall’Africa non si nega che in questo momento ci sia una grande confusione nelle menti. Anche se queste verità non sembrano essere messe in discussione, in pratica si assiste ad una diminuzione del fervore e della regolarità nella ricezione dei sacramenti, soprattutto del Sacramento della Penitenza. 
Si riscontra una notevolmente diminuzione del rispetto dovuto alla Santa Eucaristia, soprattutto da parte dei sacerdoti, e una scarsità di vocazioni sacerdotali nelle missioni di lingua francese: le vocazioni nelle missioni di lingue inglese e portoghese sono meno influenzate dal nuovo spirito, ma già le riviste e i giornali stanno diffondendo le teorie più avanzate.

Sembrerebbe che il motivo per il limitato numero di risposte ricevute, sia dovuto alla difficoltà di cogliere questi errori, che sono diffusi ovunque.La causa del male sta principalmente in una letteratura che semina la confusione nelle menti attraverso delle presentazioni che sono ambigue ed equivoche, ma dietro le quali si scopre una nuova religione.
Credo sia mio dovere sottoporLe pienamente e chiaramente ciò che si evidenzia dalle mie conversazioni con numerosi vescovi, sacerdoti e laici in Europa e in Africa, e che emerge anche da quello che ho letto nei territorii di lingua inglese e francese.

Avrei volentieri seguito l’ordine delle verità elencate nella Sua lettera, ma mi permetto di dire che il male presente sembra essere molto più grave della negazione o della messa in discussione di alcune verità della nostra fede. Oggi esso  si manifesta in un’estrema confusione di idee, in una rottura delle istituzioni della Chiesa, delle fondazioni religiose, dei seminari, delle scuole cattoliche - in breve, di ciò che è stato il sostegno permanente della Chiesa. E non è altro che la continuazione logica delle eresie e degli errori che hanno minano la Chiesa negli ultimi secoli, soprattutto del liberalismo del secolo scorso, che ha cercato a tutti i costi di riconciliare la Chiesa con le idee che hanno portato alla Rivoluzione francese.

Nella misura in cui la Chiesa si è opposta a queste idee, che vanno contro la sana filosofia e teologia, essa ha fatto dei progressi. Mentre invece, ogni compromesso con queste idee sovversive ha provocato un allineamento della Chiesa con il diritto civile, col conseguente pericolo di asservirla alla società civile.
Inoltre, ogni volta che gruppi di cattolici si sono lasciati attrarre da questi miti, i Papi li hanno coraggiosamente richiamati all’ordine, illuminanti e, se necessario, condannati. Il liberalismo cattolico è stato condannato da Papa Pio IX, il modernismo da Papa Leone XIII, il movimento del Sillon da Papa San Pio X, il comunismo da Papa Pio XI e il neo-modernismo da Papa Pio XII.
Grazie a questa ammirevole vigilanza, la Chiesa è cresciuta e si è diffusa; le conversioni dei pagani e dei protestanti sono state molto numerose; l’eresia è stata completamente allontanata; gli Stati hanno accettato una legislazione più cattolica.

Tuttavia, gruppi di religiosi intrisi di queste false idee sono riusciti ad infiltrarsi nell’Azione Cattolica e nei seminari, grazie ad una certa indulgenza da parte dei vescovi e alla tolleranza di alcune autorità romane. Ben presto fu tra questi religiosi che vennero scelti i vescovi. Questa era la situazione esistente al momento in cui il Concilio, con le commissioni preliminari, si preparava a proclamare la verità contro tali errori, al fine di bandirli dalla Chiesa per lungo tempo. Sarebbe stata la fine del protestantesimo e l’inizio di un’era nuova e feconda per la Chiesa.
Ora, questa preparazione è stata odiosamente respinta per far posto alla più grave tragedia che la Chiesa abbia mai sofferto. Abbiamo assistito al matrimonio della Chiesa cattolica con le idee liberali. Significherebbe negare l'evidenza, essere volontariamente ciechi, non affermare con coraggio che il Concilio ha permesso a coloro che professano gli errori e seguono le tendenze condannate dai Papi citati prima, di credere legittimamente che le loro dottrine fossero state  sancite e approvate.

Considerando che il Concilio si stava preparando ad essere una luce splendente nel mondo di oggi (se fossero stati accettati i documenti pre-conciliari in cui si trovava una solenne professione di dottrina certa, riguardo ai problemi odierni), ora purtroppo si può e si deve constatare che:

- In modo più o meno generale, quando il Concilio ha introdotto delle innovazioni, ha sconvolto la certezza delle verità insegnate dal Magistero autentico della Chiesa, in quanto appartenenti autenticamente al tesoro della Tradizione.
- Sulla trasmissione della giurisdizione dei vescovi, le due fonti della Rivelazione, l'ispirazione della Scrittura, la necessità della grazia per la giustificazione, la necessità del battesimo cattolico, la vita della grazia tra gli eretici, gli scismatici e i pagani, i fini del matrimonio, la libertà religiosa, i fini ultimi, ecc. … su tutti questi punti fondamentali la dottrina tradizionale era chiara ed era unanimemente insegnata nelle università cattoliche. Da ora in poi, numerosi testi del Concilio su queste verità, permetteranno di dubitare di esse.

Le conseguenze di tutto questo sono state rapidamente elaborate e applicate nella vita della Chiesa:
- dubbi sulla necessità della Chiesa e dei sacramenti, hanno portato alla scomparsa delle vocazioni sacerdotali;
- dubbi sulla necessità e la natura della “conversione” delle anime, hanno portato alla scomparsa delle vocazioni religiose, alla distruzione della spiritualità tradizionale nei noviziati e all’inutilità delle missioni;
- dubbi sulla legittimità dell’autorità e sulla necessità dell’obbedienza, hanno causato l’esaltazione della dignità umana, l’autonomia della coscienza e della libertà, che stanno sconvolgendo tutti gli ambiti fondati sulla Chiesa - congregazioni religiose, diocesi, società secolare, famiglia.

L'orgoglio ha come conseguenza normale la concupiscenza degli occhi e della carne. E forse uno dei più terrificanti segni del nostro tempo è il vedere fino a che punto è giunta la decadenza morale della maggior parte delle pubblicazioni cattoliche. Esse parlano senza alcun ritegno di sessualità, di controllo delle nascite con ogni mezzo, di legittimità del divorzio, di educazione mista, di amoreggiamenti, di danze, come mezzi necessarii all’edificazione cristiana, al celibato del clero, ecc.

I dubbi sulla necessità della grazia per essere salvati, fanno sì che il battesimo scada alla più bassa considerazione, così che in futuro esso sarà rimandato a più tardi, occasionando la negligenza del Sacramento della Penitenza, tanto più che si tratta di un atteggiamento del clero e non dei fedeli. Lo stesso dicasi per la Presenza Reale: è il clero che si comporta come se non vi credesse più, nascondendo il Santissimo Sacramento, sopprimendo tutti i segni di rispetto verso le Sacre Specie e tutte le cerimonie in suo onore.

I dubbi sulla necessità della Chiesa come unica fonte di salvezza, sulla Chiesa cattolica come l’unica vera religione, che derivano dalle dichiarazioni sull’ecumenismo e sulla libertà religiosa, stanno distruggendo l’autorità del Magistero della Chiesa. Infatti, Roma non è più l’unica e necessaria MagistraVeritatis.

Mosso quindi dai fatti, sono costretto a concludere che il Concilio ha incoraggiato in maniera inconcepibile la diffusione degli errori liberali. Fede, morale e disciplina ecclesiastica sono scosse dalle fondamenta, realizzando le previsioni di tutti i Papi.
La distruzione della Chiesa sta avanzando ad un ritmo accelerato. Dando un’autorità esagerata alle Conferenze Episcopali, il Sommo Pontefice si è reso impotente. Quante dolorose lezioni in un solo anno! Eppure è il Successore di Pietro, e solo lui, che può salvare la Chiesa.

Il Santo Padre si circondi di forti difensori della fede: li nomini nelle diocesi importanti. Proclami la verità con dei documenti dall’importanza straordinaria scartando l’errore senza il timore di contraddizioni, senza il timore di scismi, senza il timore di mettere in discussione le disposizioni pastorali del Concilio.
Che il Santo Padre si degni: 
- di incoraggiare i vescovi a correggere la fede e la morale, ciascuno nella rispettiva diocesi come si conviene ad ogni buon pastore; 
- di sostenere i vescovi coraggiosi, esortandoli a riformare i loro seminari e a ripristinare lo studio di San Tommaso; 
- di incoraggiare i Superiori Generali a mantenere nei noviziati e nelle comunità i principi fondamentali dell’ascetismo cristiano e, soprattutto, l’obbedienza; 
- di incoraggiare lo sviluppo delle scuole cattoliche, di una stampa informata dalla sana dottrina, di associazioni di famiglie cristiane;
- e, infine di redarguire gli istigatori di errori e ridurli al silenzio. 
Le allocuzioni del mercoledì non possono sostituire le encicliche, i decreti e le lettere ai vescovi.

Senza dubbio è temerario che io mi esprima in questo modo! Ma è con amore ardente che redigo queste righe, l’amore per la gloria di Dio, l’amore per Gesù, l’amore per Maria, per la Chiesa, per il Successore di Pietro, Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo.

Possa lo Spirito Santo, al quale è dedicata la nostra Congregazione, degnarsi di venire in aiuto del Pastore della Chiesa universale. 

Che Vostra Eminenza si degni di accettare l’assicurazione della mia più rispettosa devozione in Nostro Signore.

Marcel Lefebvre,
Arcivescovo titolare di Synnada in Frigia,
Superiore Generale della Congregazione dello Spirito Santo.


Fonte: Una Vox