sabato 4 dicembre 2010

Risposta di Fides et Forma a Don Giorgio de Capitani



Riportiamo integralmente la risposta data da Francesco Colafemmina a Don Giorgio de Capitani che alcune settimane fa ha avanzato dure critiche nei confronti dei Blog Fides et Forma e Messainlatino, critiche che ritengo sostanzialmente assurde e piene di luoghi comuni ripieni di pregiudizio e non certo sostenuti da analisi serie e fondate.
Anche il Blog Messainlatino ha risposto a Don Giorgio, qui troverete l'articolo.
Di seguito il testo di Francesco Colafemmina: 

Risposta all'articolo di don Giorgio de Capitani dal titolo "Liturgia della Chiesa, specchio di Umanità":


Caro don Giorgio,

ho letto oggi il tuo articolo nel quale poni delle domande importanti a me e agli organizzatori del sito Messainlatino.it . Credo che le tue riflessioni siano in parte fondate e meritino delle risposte. Partiamo dalla "messa in latino".

Saprai anche tu meglio di me che il problema non è linguistico. Almeno non lo è per me. La riforma liturgica non ha infatti solo concesso la celebrazione nelle lingue vernacole, ma ha mutato il senso della liturgia stessa. Perché non diciamo "Agnello di Dio che prendi su di Te i peccati del mondo", ma "Agnello di Dio che togli i peccati del mondo"? Forse Cristo è uno spazzino, e i peccati li leva con un colpo di scopa? Perché non diciamo "Signore non sono degno che tu entri sotto il mio tetto..." ma "Signore non sono degno di partecipare alla tua mensa..."? Forse la liturgia della salvezza, il Santo Sacrificio incruento della messa è un banchetto imbandito in onore di Cristo?

Sai bene che molte parti della Messa sono state cambiate in maniera frettolosa ed improvvida da un (mon)signore che Paolo VI spedì in Iran perché scoprì ch'era massone. Sai anche bene che l'apprezzamento per la spiritualità della messa antica non significa in automatico ostilità verso ogni possibile riforma.

Il Papa ci insegna che la vera riforma non può prescindere dal mantenimento della fede. La liturgia non può fuggire dalla verità della fede e reinterpretarla a modo suo. Questo intende dire il Papa. Ed il Papa, quando parla di "continuità nella riforma" parla di una Messa che si può riformare senza contrapporla a quella del passato, ma avendo chiara in mente la liturgia tridentina e la sua bellezza. Dunque il Papa non intende restaurare nulla, ma riformare la liturgia che negli anni '60 fu riformata anche sulla base di istanze estranee alla liturgia come l'ecumenismo filoprotestante e il marxismo. Anche perché celebrare oggi la messa in latino non significa ripiombare nel milleseicento, ma viverla oggi, nel 2010. E non è un anacronismo, ma una scelta di libertà di piccoli gruppi di fedeli (il popolo di Dio, dunque e non la gerachia!).

Perché, tu che ti impegni tanto contro le discriminazioni, non ti stupisci quindi della discriminazione che subiscono coloro che - senza imporla a nessuno - vorrebbero poter partecipare alla messa dei grandi teologi della Chiesa (pensiamo a San Tommaso, a San Domenico), alla messa dei grandi Santi della Chiesa e dei grandi Mistici (San Giovanni della Croce, San Pio da Pietrelcina, San Francesco Saverio etc. etc.)?

La fede, quella fede "liberata" di cui tu parli ci è stata trasmessa da questi grandi Santi. E la Chiesa li ha riconosciuti tali anche senza che loro fossero necessariamente taumaturghi...
Per duemila anni una liturgia ed una lingua hanno unito l'intero ecumene cattolico, hanno favorito l'incontro degli uomini con Cristo, hanno favorito la crescita della cultura, delle arti, della scienza (con buona pace delle leggende nere massoniche su inquisizione, Giordano Bruno e compagni). Questa liturgia è una vera ricchezza della Chiesa, Chiesa intesa come Corpo Mistico di Cristo e non meramente come gerarchia. Senza questo passato non avremmo il nostro presente, perché la fede ci è stata tramandata da questa Chiesa che tu condanni, questa chiesa del passato così piena di errori e di grandi slanci d'amore, proprio come la Chiesa del presente, dove persino carità e orrori sessuali finiscono per convivere.

Quindi, in sintesi, caro don Giorgio, non te la prendere con noi che cerchiamo di non porre cesure fra la buona Chiesa del passato e la buona Chiesa del presente! Perché cerchiamo Cristo, e lo facciamo attraverso la bellezza e la liturgia. E, credimi, anche nel passato i nostri nonni lo cercavano e lo trovavano nell'antica liturgia. Mia zia che ha 90 anni, pur essendosi fermata alla 5a elementare, conosceva benissimo la messa in latino e in italiano, giacché attraverso l'azione cattolica si adoperava per insegnare a tutti i bimbi il significato di quella messa. E questo accadeva negli anni '40. Ma, vorrei poi chiederti, sei così certo che oggi tutta la gente che viene a messa, che partecipa alla liturgia perché è in italiano, capisca anche bene il senso di questa liturgia? Siamo sicuri che l'aver tradotto e stravolto la messa, ne abbia anche chiarito il senso ai fedeli?

Personalmente credo di no. E credo che sebbene l'aver tradotto la messa possa aver aiutato, ciononostante anche oggi moltissimi fedeli ripetono formule e parole di cui non comprendono il senso, o di cui comunque fraintendono il significato - spesso poco chiaro agli stessi sacerdoti, che pertanto spesso sono costretti ad agitarsi e ad inventari abusi liturgici per rinfocolare l'actuosa participatio che vedono scemare anche nel nuovo rito.

Dopo questa premessa veniamo quindi alle tue domande:

"Tornando ai siti super-liturgici quali Messainlatino e Fides et Forma (non li accosterei all’altro, fatto di dementi e fondamentalisti ciechi e ottusi: Pontifex.roma!), vorrei porre loro una domanda, semplice semplice: come fate a far finta che il mondo reale non esista? ovvero come fate a ignorare ciò che succede nel mondo reale? Mai ne parlate! Mai accennate a qualche problema esistenziale! Mai! Mai!
Sempre nel pater di polemiche stupide e noiose riguardanti le Messe in latino, giudicando da qui vescovi, come Tettamanzi, che meriterebbero ben altra considerazione. Pensate solo ai canti, all’arte liturgica, ai paramenti che - per amor del cielo! - meritano anche loro qualche attenzione, ma non nel modo ossessivo talora paranoico che vi cattura a tal punto da non accorgervi che la società va a rotoli, che è governata da farabutti e porconi, che la Chiesa è alleata con questi! A differenza vostra, Pontifex.roma non si estranea dal mondo, ma lo vorrebbe in una pazzia unica, tratta i problemi reali, ma con l’occhio del fondamentalista più blasfemo, rendendo la Chiesa ostaggio delle perversioni religiose di gente - solo alcuni per fortuna - che ha grossi problemi psichiatrici. Religiosamente parlando!
E voi, Messainlatino e Fides et Forma, non vi accorgete che, estraniandovi dal mondo reale, lo lasciate nelle mani di questi pazzi fondamentalisti che vorrebbero ridurre l’essere umano ad un puro oggetto che serve per abbellire una religione oscena?".

La tua prima domanda è "come fai a far finta che il mondo reale non esista?". Ebbene, caro don Giorgio, credo che sia giusto da parte tua mettere in evidenza l'ossessiva ripetizione di tematiche legate all'arte e all'architettura sacra, senza puntare al resto della realtà. Tuttavia, se leggessi con maggiore equanimità i miei articoli, i miei approfondimenti, le mie inchieste, ti renderesti conto che il mio obiettivo è proprio quello di stare con tutti e due i piedi saldo nella realtà!
Se apri la pagina di Fides et Forma, cosa ci trovi? Anzitutto un'inchiesta su un concorso per una nuova chiesa a Piacenza. Un concorso truccato per un appalto di 3 milioni di euro, espressione di quei giochi di interesse e potere che sempre si intrecciano nella nostra Chiesa. Naturalmente la Diocesi di Piacenza non ha risposto alla mia inchiesta...
Ci trovi poi una mia risposta a Padre Lotti, un frate Cappuccino influente a San Giovanni Rotondo che, dinanzi alle mie inchieste sulla chiesa di Renzo Piano (50 milioni di euro buttati, con la compiacenza di personaggi come Balducci...) pensa di smontare le mie riflessioni dimostrando che sarei un inetto, ma infatti dimostra solo la sua malafede.
Andiamo avanti, c'è poi una riflessione sulla Sagrada Familia, sul perché oggi le chiese non siano più in grado di esprimere il mistero e la bellezza. La mia risposta è che la riforma liturgica ha cominciato a produrre questo fenomeno. Un fenomeno umano e certo non guidato dallo Spirito Santo, che come effetto ultimo ha quello di creare enormi spese per "adeguamenti liturgici" e commissioni di chiese e opere d'arte sacra agli amici dei circoli di potere, ai grandi nomi che piacciono a Mons. Ravasi (tuo futuro Arcivescovo che ogni domenica si esibisce su Canale 5 e che in passato partecipava alle convention della banca Mediolanum).

Io sono l'unico che si prende la croce di criticare questi abomini, di denunciare l'intreccio tra mode, denaro, potere, ambizioni ecclesiastiche e compagnia cantando. Trovami un'altro che ogni giorno se la prenda con questi spreconi, con questi uomini travestiti da preti che sperperano il prezioso denaro dei fedeli per costruire enormi mausolei a se stessi o ad artisti incapaci e avulsi da ogni spiritualità cristiana!

Tu mi parli di Tettamanzi, sì del tuo Cardinale, come di una vittima di miei attacchi o di attacchi di Messainlatino.it., ma io ti rispondo: chi è che non sta coi piedi per terra? Io che denuncio l'inutile realizzazione di un nuovo Evangeliario per la Diocesi di Milano o il Cardinal Tettamanzi che butta soldi in un'inutile impresa finanziata peraltro dalla Regione Lombardia governata dal tuo nemico ciellino Formigoni?

Sì il Cardinale dona icone e libri per le famiglie disagiate, eppure investe milioni di euro in affari immobiliari... Combatte CL, ma non adotta prassi diverse da quelle della Compagnia delle Opere. Pertanto, caro Don Giorgio, a volte mi sembra che ti faccia trasportare dalla tua sacrosanta indignazione per la nostra realtà, e finisca per non vedere che la stessa indignazione anima me. E sono certo che animi anche gli amici di Messainlatino.it, amici che avendo aperto un sito dedicato alla liturgia antica non possono far altro che occuparsi di questo argomento. E lo fanno denunciando le azioni politiche, gli ostacoli ideologici che numerosi sacerdoti e Vescovi oppongono a coloro che, animati dalla pura ricerca del Signore, sentono la necessità di mettersi in comunione con il Corpo Mistico di Cristo, Vivo nel passato, nel presente e nel futuro, attraverso la liturgia più antica e quindi più vicina a tempi in cui la fede era viva e pura.

Così vorrei giungere alla tua conclusione. Tu parli di "questi pazzi fondamentalisti che vorrebbero ridurre l’essere umano ad un puro oggetto che serve per abbellire una religione oscena" cui lasceremmo spazio, non occupandoci della realtà ma idolatrando arte sacra, paramenti antichi, gregoriano e turiboli. Qui credo però che ti stia sbagliando. Di pazzi fondamentalisti ve ne sono in giro tanti e oltre a quelli che cercano di ripristinare la Santa Inquisizione, ci sono gli altri, i più occulti, che cercano di svuotare il significato della religione cattolica, che cercano di trasformare Dio in un uomo, saggio e filantropo, ma sempre e soltanto uomo. Questi uomini hanno cercato di trasformare la Chiesa ed in parte ci sono riusciti, permeandola di idolatri di ideologie del tutto estranee al cristianesimo. Ideologie che apparentemente possono apparire affini al messaggio cristiano, ma in realtà non lo sono perché restano puramente immanenti e non hanno alcun anelito verso il divino.
In sostanza, caro don Giorgio, l'obiettivo dei veri "pazzi fondamentalisti" è quello di trasformare la Chiesa in una ONG, in una grande associazione umanitaria, che sia il braccio destro del potere economico e finanziario che comanda l'umanità. Questo potere ha bisogno di una Chiesa che non si opponga ai forti, ai ricchi, alle mode, alle ideologie, ma che ci vada a braccetto, diventando strumento di controllo sociale dell'elite.

Quindi, quando io o gli amici di Messainlatino.it, ci beiamo di arte sacra, paramenti, liturgia, canti et cetera, lo facciamo perché non sono più - grazie a Dio - nella nostra società contemporanea, espressioni di potere temporale della Chiesa, esempi di esibizionismo di fasto e potere, ma al contrario sono puri doni di bellezza al Signore. E il punto non è: il Signore non ha bisogno di tutto ciò! Il punto è: l'uomo ha bisogno della bellezza, ha bisogno di contemplare una realtà che lo elevi, che lo conduca verso l'armonia, verso la percezione di quell'ordine sovrannaturale che con Cristo è entrato nella storia.
Pertanto non si tratta di esibire paramenti e ori, croci e sculture preziose, ma di dare il meglio che si ha a Cristo. E il dono spirituale dell'arte, dono di gratuità e di amore, così come la liturgia, sono espressioni di una umanità non corrotta dalle mode o dai circoli del potere, ma che, controcorrente, richiama il senso di un cattolicesimo magari d'annata, ma più sapido e prezioso di quel cattolicesimo novello, insipido e scolorito che ha ubriacato numerosi preti e Vescovi.

A questo punto vorrei farti una proposta: anche se non la pensiamo allo stesso modo, anche se in molte cose siamo su piani distinti, tuttavia credo che ne abbiamo molte altre in comune, una fra tutte è l'amore per Cristo. Io ti rispetto caro don Giorgio e ti voglio bene perché sei un sacerdote che dice apertamente quello che pensa, che cerca di esprimere a suo modo il disagio per un mondo che va a rotoli. Ma la salvezza viene solo dal Signore, lo sappiamo bene. Perciò, ti chiedo, perché non ti unisci alla mia lotta contro gli sprechi di quella parte della Chiesa che butta l'8 per mille (che non dovrebbe avere!) in colate di cemento armato, in affari immobiliari milionari, che storpia Cristo in immagini squallide, che impone ai sacerdoti lezionari scarabocchiati da quattro artisti amici di amici?

Perché non combatti con me la Massoneria che si insinua nella Chiesa, che fa l'occhiolino ai Vescovi più ambiziosi, che si serve dell'ingenuità dei sacerdoti per inserire i suoi simboli e portare la sua cultura esoterica nella vita dei cristiani?

So, caro don Giorgio, che le tue critiche nascono in fondo da un apprezzamento per ciò che facciamo, per il nostro impegno. Eppure tu pensi: "ma quanto tempo perdono questi scemi a scrivere inutili articoli?". Forse, chissà, hai ragione. Forse potremmo impiegare meglio il nostro tempo, eppure penso che il mio tempo non sia impiegato male. Perché sono tantissimi i fedeli stanchi di vedersi trattare a mo' di burattini da una Chiesa che costruisce abomini e obbliga i propri fedeli a pregarci dentro! Sono tantissimi anche i fedeli che si lamentano perché vedono i soldi delle loro offerte sprecati a finanziare gli amici degli amici, architetti, società di costruzione, artisti & co. che - fra l'altro - realizzano degli immondi sgorbi. A questi fedeli io do voce anche attraverso il mio sito.

Detto questo, caro don Giorgio, ti rinnovo l'invito a non guardarci come degli abderiti, degli stralunati che hanno sempre la testa fra le nuvole, ma come a cattolici in grado di dare un contributo alla stessa lotta che tu conduci contro l'intreccio fra potere, denaro, e una parte della Chiesa gerarchica. La Chiesa la formiamo anche noi, infatti, non solo le gerarchie. E anche il movimento legato al recupero della messa antica è un fenomeno che nasce dal basso, è un fenomeno popolare! Popolare come l'orrore per le nuove chiese multimilionarie e i nuovi sgorbi artistici...

Quindi in conclusione, mi piace citare l'incipit del Trattato dell'amor di Dio di San Francesco di Sales: "L'unione nella distinzione costituisce l'ordine; l'ordine genera l'armonia nella proporzione, e l'armonia, quando si attua nelle cose integre e complete, realizza la bellezza." Contribuiamo allora insieme a creare una Chiesa che sia bella e ordinata, unita nella distinzione, dialogando e confrontandoci, cercando di capirci fra di noi, perché se amiamo Cristo non possiamo essere divisi. Vedrai così che siamo animati dallo stesso sdegno per il mondo, ed insieme, ognuno a suo modo, cerchiamo di richiamare i cristiani a concentrare il loro sguardo sul Vangelo e sull'Eucaristia, mistero della nostra salvezza. Per farlo però abbiamo bisogno di essere in comunione con Pietro, di guardare in lui il faro che illumini le nostre coscienze. No, non è papismo di bassa lega, è solo l'invito caloroso che ti rivolgo ad amare il Papa e a non guardare con pregiudizio ai semi di saggezza che fa cadere nelle nostre anime, ma ad ammirare la sua costanza, la sua fede, la sua nobiltà d'animo, nonostante gli innumerevoli lupi che lo circondano.

Con affetto,

Francesco Colafemmina

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