domenica 19 dicembre 2010
LE PAROLE DEL PAPA ALLA RECITA DELL’ANGELUS, 19.12.2010
Alle ore 12 di oggi, IV domenica di Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI si affaccia alla finestra del suo studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus con i fedeli ed i pellegrini convenuti in Piazza San Pietro.
Queste le parole del Papa nell’introdurre la preghiera mariana:
PRIMA DELL’ANGELUS
Cari fratelli e sorelle!
In questa quarta domenica di Avvento il Vangelo di san Matteo narra come avvenne la nascita di Gesù ponendosi dal punto di vista di san Giuseppe.
Egli era il promesso sposo di Maria, la quale, "prima che andassero a vivere insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo" (Mt 1,18).
Il Figlio di Dio, realizzando un’antica profezia (cfr Is 7,14), diventa uomo nel grembo di una vergine, e tale mistero manifesta insieme l’amore, la sapienza e la potenza di Dio in favore dell’umanità ferita dal peccato. San Giuseppe viene presentato come "uomo giusto" (Mt 1,19), fedele alla legge di Dio, disponibile a compiere la sua volontà.
Per questo entra nel mistero dell’Incarnazione dopo che un angelo del Signore, apparsogli in sogno, gli annuncia: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (Mt 1,20-21). Abbandonato il pensiero di ripudiare in segreto Maria, egli la prende con sé, perché ora i suoi occhi vedono in lei l’opera di Dio.
Sant’Ambrogio commenta che "in Giuseppe ci fu l’amabilità e la figura del giusto, per rendere più degna la sua qualità di testimone" (Exp. Ev. sec. Lucam II, 5: CCL 14,32-33). Egli – prosegue Ambrogio – "non avrebbe potuto contaminare il tempio dello Spirito Santo, la Madre del Signore, il grembo fecondato dal mistero" (ibid., II, 6: CCL 14,33).
Pur avendo provato turbamento, Giuseppe agisce "come gli aveva ordinato l’angelo del Signore", certo di compiere la cosa giusta. Anche mettendo il nome di "Gesù" a quel Bambino che regge tutto l’universo, egli si colloca nella schiera dei servitori umili e fedeli, simile agli angeli e ai profeti, simile ai martiri e agli apostoli – come cantano antichi inni orientali. San Giuseppe annuncia i prodigi del Signore, testimoniando la verginità di Maria, l’azione gratuita di Dio, e custodendo la vita terrena del Messia. Veneriamo dunque il padre legale di Gesù (cfr CCC, 532), perché in lui si profila l’uomo nuovo, che guarda con fiducia e coraggio al futuro, non segue il proprio progetto, ma si affida totalmente all’infinita misericordia di Colui che avvera le profezie e apre il tempo della salvezza.
Cari amici, a san Giuseppe, patrono universale della Chiesa, desidero affidare tutti i Pastori, esortandoli ad offrire "ai fedeli cristiani e al mondo intero l’umile e quotidiana proposta delle parole e dei gesti di Cristo" (Lettera Indizione Anno Sacerdotale). Possa la nostra vita aderire sempre più alla Persona di Gesù, proprio perché "Colui che è il Verbo assume Egli stesso un corpo, viene da Dio come uomo e attira a sé l’intera esistenza umana, la porta dentro la parola di Dio" (Gesù di Nazaret, Milano 2007, 383). Invochiamo con fiducia la Vergine Maria, la piena di grazia "adornata di Dio", affinché, nel Natale ormai prossimo, i nostri occhi si aprano e vedano Gesù, e il cuore gioisca in questo mirabile incontro d’amore.
DOPO L’ANGELUS
Je vous salue avec joie, chers pèlerins francophones ! En cette dernière semaine de l’Avent, notre préparation à Noël se fait plus intense. Comme Joseph et Marie, son épouse, puissions-nous offrir l’hospitalité à Dieu qui vient chez nous sous la figure d’un enfant humble et fragile, plein d’amour et de tendresse pour tous les hommes! Bonne préparation aux fêtes de la Nativité !
I greet all the English-speaking visitors and pilgrims here today. On this fourth Sunday of Advent, we are filled with joy because the Lord is at hand. We heard in today’s Gospel about the promise made to Joseph, that his wife Mary was to bear a child who would save his people from their sins. This child would be called Emmanuel, meaning that from now on, God is truly with us, he lives among us and shares our joys and sorrows, our hopes and our fears. As the great feast of Christmas draws near, I invoke God’s abundant blessings upon all of you, and upon your families and loved ones at home.
Gerne heiße ich alle Brüder und Schwestern deutscher Sprache willkommen. Die Lesungen des heutigen vierten Adventssonntags zeigen uns noch einmal deutlich, wer uns verheißen ist. Wir erwarten den Immanuel, den „Gott mit uns". Ja, Gott ist nicht fern; er tritt ein in die Geschichte der Menschen und wird selbst Mensch. In seinem Sohn Jesus Christus bekundet er der ganzen Menschheit seine erbarmende Liebe, die niemals aufhört. So dürfen auch wir erfahren: Der Herr ist uns nahe, er ist wirklich der „Gott mit uns" und „für uns". Euch allen wünsche ich eine gute geistliche Vorbereitung für ein frohes und gesegnetes Weihnachtsfest.
Saludo con afecto a los fieles de lengua española aquí presentes y a cuantos participan en esta oración mariana a través de los diversos medios de comunicación. En la proximidad de la Navidad, os invito a dirigir vuestra oración humilde y confiada al Niño Jesús, nacido de la Santísima Virgen, para que su luz oriente vuestras vidas y os llene de su amor y paz. Que impulsados por la docilidad de nuestra Madre del Cielo estemos siempre dispuestos a realizar en todo la voluntad del Señor, que nos llama y cuenta con cada uno de nosotros. Feliz domingo.
Moje pozdrowienie kieruję do wszystkich Polaków. Orędzie IV Niedzieli Adwentu, to słowa Proroka Izajasza: „Pan sam da wam znak: Oto Panna pocznie i porodzi Syna i nazwie Go imieniem Emmanuel" (Iz 7, 14). Ten znak, to Jezus, Syn Boży, nadzieja naszego zbawienia, którego narodzin oczekuje Maryja, Dziewicza Matka. Otwórzmy serca, by wraz z Nią przyjąć Go z miłością i pokorą, by jak święty Józef odczytywać Boże znaki w codziennym życiu. Z serca wam błogosławię.
[Rivolgo il mio saluto a tutti i polacchi. Il messaggio della quarta domenica d’Avvento è riassunto nelle parole del Profeta Isaia: «Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele» (Is 7,14). Questo segno è Gesù, il Figlio di Dio, la speranza del nostro popolo, la cui nascita è attesa da Maria, Vergine Madre. Apriamo i nostri cuori affinché, insieme con Lei, possiamo accoglierLo con amore e umiltà, e come San Giuseppe sappiamo leggere nella vita quotidiana i segni della Provvidenza. Con tutto il cuore, vi benedico.]
Saluto infine con affetto i pellegrini di lingua italiana, in particolare i fedeli provenienti dalle diocesi di Ozieri, Sassari e Nuoro, come pure i ragazzi e i giovani della parrocchia di San Luigi Gonzaga in Roma. A tutti auguro una buona domenica e un sereno Natale nella luce e nella pace del Signore.
© Copyright 2010 - Libreria Editrice Vaticana
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