lunedì 5 settembre 2011

“I regali dei Greci”



Commenti settimanali di
di S. Ecc. Mons. Richard Williamson
Vescovo della Fraternità Sacerdotale San Pio X


  3 settembre 2011


“I regali dei Greci” - III

La speculazione è solo speculazione. I giornalisti sono solo giornalisti.
Il mese scorso, un giornalista italiano ha affermato che “Vatican insider” era in grado di confermare l'incontro del 14 settembre tra gli Ufficiali romani e il Superiore Generale della Fraternità San Pio X con i suoi due Assistenti, e ha sostenuto che si sarebbe potuto discutere di una possibile regolarizzazione canonica della FSSPX.
Questa la sintesi dei punti principali presentati da Andrea Tornielli: - Gli Ufficiali del Vaticano presenteranno alla FSSPX (1) dei chiarimenti basati sull'“ermeneutica della continuità” di Benedetto XVI e in grado di dimostrare qual è l'interpretazione più autentica dei testi del Vaticano II.
“Soltanto se saranno superate le difficoltà dottrinali” - dice Tornielli - , sarà sottoposta (2) una soluzione alla irregolarità canonica in cui si trovano ancora i vescovi e i sacerdoti della FSSPX: un Ordinariato come quello concesso agli Anglicani a maggio, col quale la FSSPX potrebbe dipendere direttamente dalla Santa Sede tramite la Commissione Ecclesia Dei. Questo assetto permetterebbe alla FSSPX di “mantenere le sue caratteristiche senza dover rispondere ai vescovi diocesani”. Ma (3) un accordo del genere non è sicuro perché “all'interno della Fraternità San Pio X convivono diverse sensibilità”. 
 
Da tutto quello che si conosce pubblicamente sulle relazioni fra il Vaticano e la FSSPX, le previsioni di Tornielli per l'incontro del 14 settembre sembrano altamente probabili. Ma ognuno dei suoi tre punti principali abbisogna di un commento: - In primo luogo, visto l'abisso dottrinale che separa il Vaticano odierno dalla FSSPX di Mons. Lefebvre, non si può dire che l'“ermeneutica della continuità” di Benedetto XVI sia una soluzione (si vedano i CE 208-211). Se Tornielli ha ragione, sarà interessante (ma non edificante) vedere come Roma provi ancora una volta a dimostrare che 2+2 possa fare indifferentemente 4 o 5. La dottrina cattolica è rigida esattamente come l'affermazione che 2+2 fa solo 4, anche se per noi esseri umani questa rigidità non è ugualmente chiara. 

In secondo luogo, in merito all'assetto canonico evocato da Tornielli, se -  incredibilmente - la FSSPX finisse con l'accettare una qualche sorta di compromesso dottrinale, in alcun modo potrebbe ritrovarsi sulle posizioni della Santa Sede (2+2 = 4 o 5) e contemporaneamente “mantenere le sue caratteristiche” (basate sul fatto che 2+2 fa esclusivamente 4). L'accordo pratico finirebbe con l'esercitare una costante ed infine irresistibile pressione per rendere la dottrina cattolica non più esclusiva, ma inclusiva dell'errore, tale da portare all'adozione dell'ideologia massonica e all'abbandono della stessa ragione d'essere della Fraternità di Mons. Lefebvre. 

In terzo luogo, Tornielli potrebbe aver ragione nel giudicare che l'accordo non è  sicuro, ma o lui o “Vatican insider” si sbagliano del tutto se pensano che il problema starebbe nelle “diverse sensibilità”. Le sensibilità sono cose soggettive, mentre il problema centrale tra il Vaticano e la Fraternità di Mons. Lefebvre è del tutto oggettivo, come 2+2 = 4. In nessun tempo, avanti o indietro nell'eternità, in nessun luogo, pianeta o stella creata o creabile, 2+2 può equivalere a qualcosa che non sia esclusivamente 4. 
Non a caso, quando tutti gli sforzi tattici di Mons. Lefebvre fallirono con la denuncia dell'accordo del maggio 1988, volto ad ottenere dall'allora cardinale Ratzinger un posto sicuro per la Fede all'interno della Chiesa ufficiale, egli pronunciò le famose parole: «Eminenza, anche se Lei fosse pronto a darci tutto quello che chiediamo, noi saremmo costretti a rifiutare, perché noi stiamo lavorando per cristianizzare la società, mentre voi state lavorando per decristianizzarla. La collaborazione tra noi è impossibile

Kyrie eleison.


Londra, Inghilterra

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