"Sono stato ordinato sacerdote, la domenica 24 giugno 1979, da Sua Santità Giovanni Paolo II, nella basilica di San Pietro in Vaticano. Dopo l'ordinazione, fui inviato in una nostra comunità nella provincia di Viterbo. Lì, ebbi modo di conoscere pratica e teoria del "Movimento neo-catecumenale ".
"Già prima ero stato in quel convento per fare gli esercizi spirituali, precedenti la professione perpetua e il diaconato. Dai discorsi che già da allora si facevano sul "Movimento neo-catecumenale" mi aveva colpito e indignato l'assoluto esclusivismo e il disprezzo sistematico della sacra liturgia, come pure la connivenza del Vescovo, che, come tale, era tenuto a rispettare e a far rispettare il Codice di diritto canonico, mentre invece con la sua presenza, faceva e approvava tutto il contrario! (...).
"Dal luglio 1981 al giugno 1988 ho avuto modo di farmi un bagaglio di esperienze. Come cappellano di una Casa di riposo, andavo a celebrare alle 6,15 del mattino, poi, in attesa che aprissero negozi e uffici, per i servizi che, come economo, rendevo al convento, andavo a partecipare alla celebrazione eucaristica delle ore 7,15 in una delle tre chiese parrocchiali del paese.
"Il parroco (era un "catechista" del Movimento neo-catecumenale!) si comportava in una maniera a dir poco strana, ma quando, per circostanze provvidenziali, potei avere il "Catechismo del Movimento neo-catecumenale", compresi il "fondamento teologico" delle sue stranezze.
"Davanti al SS.mo Sacramento, egli non genufletteva mai, neanche prima di volgergli le spalle per celebrare l'Eucaristia, né prima di tornare in sacrestia al termine della celebrazione; lo faceva solo dopo la consacrazione del pane e quella del calice. Mi resi conto che i neoscatecumenali non credono alla "reale presenza", ma solo a una "presenza", intesa a modo loro (ereticale) e solo durante la celebrazione.
"Distribuiva sempre e solo le particole consacrate durante ogni singola Messa, a costo di farle anche in quattro parti; mai ricorreva alla "riserva eucaristica" nel Tabernacolo, nel quale era pur conservata la pisside con particole consacrate, ma che rimanevano in quelle condizioni anche per anni interi!
"Le particole consacrate, che restavano al termine della celebrazione, venivano portate di nuovo in sacrestia, e consacrate una seconda volta il giorno dopo!
"Una domenica, celebrò il matrimonio per due giovani del Movimento neo-catecumenale. Mise le ostie consacrate, che erano rimaste, nel calice, e le riportò in sacrestia (si passa davanti al Tabernacolo prima di entrare in sacrestia!). Se ne ricordò il giorno dopo quando prima di versare il vino nel calice, si accorse che erano lì. Le pose sul corporale e le "riconsacrò" (!) per distribuirle assieme alle particole che aveva portato per la celebrazione del lunedì!
"Un'altra volta, il 10 dicembre, festa della Madonna di Loreto, tornando dall'oratorio (che appartiene alla parrocchia del "parroco-catechista"!) lo aiutai a riportare in Chiesa alcune cose; ma, dalla patena coperta, caddero alcune particole sul fango della strada (era un giorno umido e piovigginoso). Io le raccolsi e le consumai, facendo attenzione a non farne cadere altre, convinto che, secondo il suo solito, fossero particole che egli aveva consacrate durante la celebrazione e che, essendo rimaste, riportava in sacrestia. Ma non era suo dovere avvertirmi e raccomandarmi di riporre le ostie consacrate nel Tabernacolo?
"Per la celebrazione del Sacrificio eucaristico, gli erano sempre indifferenti i colori liturgici, infatti indossava il primo paramento che gli capitava tra le mani! Non celebrava mai le feste del Signore, della Vergine SS. ma e dei Santi che ricorrevano nel corso della settimana. Solo a volte lo faceva, perché ero io a raccomandarglielo, o per evitare lo scandalo dei fedeli che, in certe ricorrenze, accorrevano più numerosi e gli avrebbero poi domandato: "come mai oggi non si è celebrata la Messa di S. ....?".
"Nelle Messe della settimana, anche feste e solennità, non recitava mai il Gloria né il Credo né la preghiera dei fedeli!
"Ma la cosa più sconcertante è che, spesso, celebrava senza l'acqua e, a volte, anche senza vino. Di frequente, poi, con un "vino" ormai diventato aceto (come ho avuto più volte modo di constatarlo io, assaggiando quello che era rimasto nell'ampollina dopo la celebrazione!). Per questo presi l'incarico, di mia spontanea volontà, di provvedere io al vino per la Messa! Mi resi conto, così, che la Messa che un "sacerdote-catechista" celebra per i fedeli, è per loro soltanto una messinscena, come una sacra rappresentazione, mentre la Celebrazione vera è quella che presiede al sabato sera con i membri della "comunità".
"Quando poi esaminai il testo del loro "Catechismo", mi resi conto delle ragioni di tutto ciò che nel Movimento neo-catecumenale mi ripugna e me lo fa apparire, insieme con i Testimoni di Geova, la sètta più orribile, e uno dei segni più evidenti dell'apostasia in atto nella Santa Chiesa di Dio: "l'abominazione della desolazione nel luogo santo" di cui parla il Signore nel Vangelo (Matt. 24,15).
Da "Chiesa viva" Marzo 1992. Tramite Non Possumus
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