Comunicato di don Régis de Cacqueray, Superiore del Distretto francese della Fraternità San Pio X, del 19 gennaio 2011 (www.laportelatine.org)
Bisogna smetterla di menare il can per l’aia e di riempirsi la bocca di parole, di mentire a se stessi e agli uomini. È un inganno invocare ancora la virtù dell’ubbidienza per chiedere ai cattolici di sottomettersi allorché è la stessa Fede Cattolica ad essere messa in questione. È all’onore di Nostro Signore Gesù Cristo che bisogna pensare e non ai danni che ognuno di noi rischia di subire per le parole che si pronunciano.
Occorre dare precedenza alla cura che si deve alle anime scandalizzate piuttosto che alla preoccupazione per il proprio conforto personale. La Fede dev’essere confessata a tutti i costi e il dovere di confessarla è ancora più grave quando sono le autorità stesse della Chiesa che si trovano all’origine di questi terribili scandali.
È dunque deplorevole cercare di schermirsi con dei ragionamenti falsi che cercano di ammorbidire e di fare scomparire le evidenti contraddizioni che oppongono i comportamenti del Papa e dei vescovi attuali a quelli di tutti i loro predecessori. Coloro che si riparano dietro cavilli indegni, e osano insegnarli, fanno il gioco della menzogna. Costoro ingannano le anime su una materia grave e favoriscono la perdita della fede. Dovranno rendere conto dei loro silenzi e delle loro colpevoli complicità. Le cerimonie interreligiose convocate dagli ultimi papi con l’invito ai capi delle diverse religioni a pregare, ciascuno secondo la propria religione, per la pace nel mondo, presuppongono una deformazione e uno spaventoso indebolimento della verità della Fede Cattolica.
È dunque deplorevole cercare di schermirsi con dei ragionamenti falsi che cercano di ammorbidire e di fare scomparire le evidenti contraddizioni che oppongono i comportamenti del Papa e dei vescovi attuali a quelli di tutti i loro predecessori. Coloro che si riparano dietro cavilli indegni, e osano insegnarli, fanno il gioco della menzogna. Costoro ingannano le anime su una materia grave e favoriscono la perdita della fede. Dovranno rendere conto dei loro silenzi e delle loro colpevoli complicità. Le cerimonie interreligiose convocate dagli ultimi papi con l’invito ai capi delle diverse religioni a pregare, ciascuno secondo la propria religione, per la pace nel mondo, presuppongono una deformazione e uno spaventoso indebolimento della verità della Fede Cattolica.
Come si fa a pensare che la pace possa venire da queste preghiere rivolte a degli dei che tali non sono e che in realtà sono dei demoni? Come si fa a ritenere che la pace possa stabilirsi al di fuori del solo regno di Nostro Signore Gesù Cristo? Che una tale convocazione sia fatta dal Vicario di Gesù Cristo in terra costituisce un’ingiuria inammissibile nei confronti di Dio. Per Nostro Signore Gesù Cristo è stato meno offensivo l’essere crocifisso tra due ladroni che non credevano di essere degli dei, piuttosto che il dover sopportare di figurare in mezzo a degli idoli che rapinano quelle stesse anime che Egli ha riscattato col suo sangue.
La prospettiva della reiterazione di Assisi, per festeggiarne il 25° anniversario pone dunque a tutti i cattolici un caso di coscienza evidente, che nessuno ha il diritto di eludere. L’obbedienza cieca raccomandata da don Hygonnet della Fraternità San Pietro, è cattolica?
In nome dell’ubbidienza al Papa, con quale diritto si pretende, non tanto di sostenere, ma anche solo di mantenere il silenzio su un tale scandalo? Non solo non dev’essere sostenuta, ma sulla riunione di Assisi non è ammissibile neanche il silenzio!
Ogni cattolico che ne comprenda la gravità deve pregare perché questa riunione maledetta non abbia luogo. Ogni sacerdote che ha la Fede Cattolica deve denunciare questa abominazione, anche a costo di perdere la sua cappella.
Noi ci auguriamo, ma ancor più crediamo veramente, che altri sacerdoti escano dal loro silenzio. Non commettiamo errori. Noi oggi dobbiamo scegliere fra la Fede Cattolica e un’altra idea che è inconciliabile con questa Fede Cattolica. Vi è da un lato la Fede di San Polieucto e di tutti i martiri che sono stati glorificati dalla Chiesa perché si sono rifiutati di incensare gli idoli, per averli disprezzati, per aver denunciato i falsi culti che si rendono loro, per essere penetrati nei templi pagani ed aver infranto tali idoli. E dall’altro vi sono queste riunioni interreligiose che vogliono far passare l’idea che le religioni sono tutte rispettabili, e che alimentano l’illusione che le loro preghiere possano essere fruttuose!
Nel 1986, l’idolo di Buddha fu collocato sul tabernacolo di una delle chiese di Assisi. Se fosse stato presente San Polieucto, l’avrebbe buttato giù e calpestato. Cos’è che allora avrebbe detto a San Polieucto, Giovanni Paolo II, che sarà beatificato il primo maggio? Lo avrebbe consegnato alla polizia come un pericoloso perturbatore e un integralista cattolico?
E anche se questa empietà non si ripeterà il prossimo ottobre, cos’è che Benedetto XVI avrà da rispondere ai martiri per giustificare la sua convocazione delle false religioni? Decisamente questa fiera delle religioni e questa fede di Assisi non è affatto la nostra Fede.
Suresnes, 19 gennaio 2011
San Polieucto, Martire
San Polieucto, ufficiale della 12° Legione romana di stanza a Melitene (Armenia), subì il martirio sotto l'imperatore Decio, nel 258 circa. Con la promulgazione di un decreto si prescrisse, sotto pena di morte, la rinuncia a Cristo, ma San Polieucto, senza timore, confessò pubblicamente Cristo e, nello zelo della sua fede, scagliò a terra gli idoli durante una processione e si recò nel tempio degli idoli a distruggerne i simulacri. Persistette nella sua scelta anche davanti alle esortazioni del suocero governatore. Mantenendo la promessa fatta al suo amico Nearco, da lui convertito a Cristo, il Santo si dimostrò fermo nel suo credo e per questo morì decapitato.
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