Ecco il testo della "Lettera 176 del 6 gennaio 2011:
Dall'estate scorsa, sono stati proposti numerosi bilanci dei primi tre anni di applicazione del motu proprio Summorum Pontificum. Nella sua lettera di accompagnamento del MP, il Santo Padre invitava i vescovi del mondo intero “a scrivere alla Santa Sede un resoconto sulle vostre esperienze, tre anni dopo l’entrata in vigore di questo Motu Proprio“. E' in questo spirito, per esempio, che la Federazione internazionale Una Voce ha recentemente presentato il suo terzo rapporto annuale alle autorità vaticane.
Sfruttando il lavoro fatto l'anno scorso dalla nostra redazione francese, Paix Liturgique Italia vi propone, in questo inizio del 2011, un bilancio di questi tre anni, che hanno visto la liturgia tradizionale fare il suo ritorno nella vita della Chiesa universale. Mettendo da parte la questione delle celebrazioni rifiutate ai fedeli, troppo spesso polemica, abbiamo scelto di non considerare che la situazione delle messe effettivamente celebrate secondo il motu proprio Summorum Pontificum.
Il nostro studio riguarda 30 paesi tra quelli in cui il cattolicesimo è più radicato. Non si tratta di un semplice conteggio, ma di una classificazione delle celebrazioni della forma straordinaria del rito romano in relazione al loro orario ed alla loro regolarità. Possiamo definirlo come una sorta di bilancio qualitativo mondiale dell'applicazione del motu proprio a partire dal 7 luglio 2007.
Il riferimento scelto è la messa domenicale a cadenza settimanale e celebrata ad un orario adatto per le famiglie. Infatti, perché la messa sia nel cuore della vita dei fedeli, è importante che sia celebrata in orari in cui sia possibile assistervi insieme, in famiglia. E' per questo che, nonostante le differenze culturali da un paese all'altro, abbiamo considerato la fascia oraria tra le 9 e le 12 come l'orario “familiare” universale.
I – Fotografia delle messe esistenti
Il nostro studio, che si ferma alla data del 14 settembre 2010, termine del terzo anniversario dell'entrata in vigore del MP, riguarda i paesi seguenti: Spagna, Portogallo, Irlanda, Svizzera, Repubblica Ceca, Germania, Italia, Gran Bretagna, Polonia, Francia, Benelux, Ungheria, Austria, Canada, Stati Uniti, Messico, Colombia, Cile, Brasile, Argentina, Australia, India, Filippine, Nuova Zelanda, Sud Africa, Gabon e Nigeria.
Per ognuno di questi paesi abbiamo preso in considerazione almeno due fonti, tra le quali per lo meno un blog o un sito internet locale.
Abbiamo potuto censire, su un totale di 1444 luoghi in cui si celebra la forma straordinaria del rito romano:
-340 che offrono almeno una messa, solo nei giorni feriali;
-313 che offrono almeno una messa domenicale, ma con una cadenza irregolare, non settimanale;
-324 che offrono la messa tutte le domeniche ma in un orario non “familiare”;
-infine, 467 che offrono la messa tutte le domeniche a un orario “familiare”.
Osservando la tabella e il grafico n.1 si riscontra come ci sia una messa, in orario “familiare”, ogni tre luoghi in cui viene celebrata (32,3%), luoghi nei quali, beninteso, è possibile siano celebrate anche altre messe e in altri orari. Per ogni luogo di messa è stata presa in considerazione solo la singola messa celebrata nelle condizioni migliori di giorno e di orario.
Per rendere più efficace l'applicazione del MP e soddisfare più generosamente i bisogni dei fedeli, questo studio ci suggerisce un margine di miglioramento facilmente applicabile: trasformare le 340 messe celebrate durante la settimana in messe domenicale, trasformare 313 messe domenicali ma non regolari in messe domenicali settimanali, e, in fine, spostare ad un orario “familiare” le 324 messe domenicali regolarmente celebrate oggi in orari difficili!
II – Confronto con le celebrazioni della FSSPX
Si ritiene ancora spesso, troppo spesso e non solo in ambienti contrari al motu proprio, che l'istituzione da parte di Benedetto XVI della liturgia tradizionale come “forma straordinaria del rito romano” serviva a soddisfare i “lefevriani”.
Convinti non soltanto che il Sovrano Pontefice ha promulgato il MP perché “ ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto”, come ha scritto nella sua lettera ai vescovi del 7 luglio 2007, ma anche che la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) non rappresenta che una minoranza dei fedeli sensibili alla liturgia di san Gragorio Magno, abbiamo voluto confrontare il numero delle celebrazioni effettuate dalla FSSPX con quello delle messe “ in piena comunione con Roma. La tabella n.2 e il grafico n.2 rappresentano proprio questo confronto.
Contro 1444 luoghi di messa secondo la forma straordinaria “romani”, il nostro studio ha rilevato 690 luoghi della messa celebrata dalla FSSPX. Dunque 2 messe “romane” ogni messa “lefevriana”. In solo tre anni la forma straordinaria ha dunque già coinvolto un pubblico due volte maggiore di quello legato alla Fraternità San Pio X. Si deve riconoscere che una parte di questo pubblico esisteva già prima del MP del 7 luglio 2007 potendo beneficiare dei servizi delle comunità Ecclesia Dei, ma il risultato non è comunque meno rilevante.
Nonostante questo, se si considerano solo le messe domenicali celebrate ad un orario “familiare”, la differenza è meno marcata, perché la FSSPX offre 332 messe rispetto alle 467 messe “romane”. Il ritardo che abbiamo messo in evidenza nella riflessione precedente viene così confermato, proprio alla luce dell'impegno pastorale che la FSSPX mette al servizio dei fedeli.
Questo sarà uno degli assi portanti del lavoro di Paix Liturgique nel 2011: Aiutare a colmare questo ritardo facendo della messa domenicale celebrata in orari “familiari” la giusta misura di un'applicazione caritatevole e fraterna del MP Summorum Pontificum.
Fonte Messainlatino
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