Mi stupisce che dell'omelia di Mons. Fellay nel seminario di Winona
per la festa della Candelora siano stati diffusi ad arte solo alcuni
estratti che in qualche modo sembrerebbero preannunciare una rottura del
dialogo con la Fraternità. Perciò vi riproduco il testo in italiano da
me tradotto con alcune sottolineature importanti. Mons. Fellay non dice
"non firmeremo mai un accordo". Dice al contrario che la Fraternità è
disposta a firmare la professione di fede e il giuramento di fedeltà al
Pontefice, ma non un giuramento di fedeltà alla dottrina sull'ecumenismo
e sulla libertà religiosa.
L'articolo di Alessandro Speciale su Vatican Insider
dal titolo fuorviante "Diciamo no alla proposta del Vaticano" è
pertanto da considerarsi una palese opera di informazione scorretta
condita dalla solita retorica sui Lefebvriani definiti
"ultra-tradizionalisti" (ma che vuol dire "ultra-tradizionalisti"?).
F.C.
"Non siamo un gruppo indipendente. Anche se stiamo "lottando" con Roma,
siamo ancora, per così dire, con Roma. Stiamo lottando con Roma, oppure,
se volete, contro Roma, e al tempo stesso siamo con Roma. E noi
affermiamo e noi continuiamo a dire che siamo cattolici. Noi
vogliamo rimanere cattolici. Molte volte ho detto a Roma, tentate di
buttarci fuori. E vediamo che forse sarebbe molto più facile per noi
restare fuori... Avremmo tanti altri vantaggi. Saremmo trattati molto
meglio! Guardate i protestanti, come si aprono le chiese per loro. Per
noi, si chiudono. <Per chi non l'avesse capito Mons. Fellay fa solo dell'ironia... ndt>
E noi diciamo, non fa niente. Facciamo le cose di fronte a Dio.
Soffriamo dalla Chiesa, perfetto. Non ci piace, naturalmente. Ma
dobbiamo stare lì nella verità.
E dobbiamo ribadire che noi apparteniamo alla Chiesa. Siamo cattolici.
Noi vogliamo essere e vogliamo rimanere cattolici, ed è molto importante
ribadire ciò. E' anche importante che alla fine non sogniamo una Chiesa
cattolica che è solo un frutto della nostra immaginazione, ma che non è
più quella di oggi. E' con quella di oggi che abbiamo problemi. Questo è
ciò che crea ancora più difficoltà: proprio il fatto che abbiamo dei
problemi con essa. Questo non ci permette, per così dire, di chiudere la porta.
Al contrario, è nostro dovere andare continuamente lì, bussare alla
porta, e non chiedere se possiamo entrare (perché vi siamo già dentro),
ma pregare perché si convertano, perché possono cambiare atteggiamento
verso di noi e tornare a ciò che ci fa Chiesa. Si tratta di un
grande mistero, non è semplice. Poiché allo stesso tempo dobbiamo dire,
sì, noi riconosciamo questa Chiesa - è quello che diciamo nel Credo,
credo nella Chiesa cattolica - in modo da accettare che ci sia un Papa,
accettare che ci sia una gerarchia, noi accettiamo tutto questo.
Eppure praticamente, a molti livelli, dobbiamo dire dei "no". Non perché
non ci piaccia, ma perché la Chiesa ha già parlato di queste questioni.
Anche molte di queste cose le ha condannate. E così, nelle nostre
discussioni con Roma siamo stati, per così dire, bloccati lì. Il problema chiave nelle nostre discussioni con Roma è stato davvero il Magistero, l'insegnamento della Chiesa.
Perché dicono, "noi siamo il Papa, noi siamo la Santa Sede" - e diciamo
sì. E così dicono, "abbiamo il potere supremo", e diciamo, sì. Dicono,
"noi siamo l'ultima istanza di insegnamento e siamo necessari" - Roma è
necessaria perché noi abbiamo fede, e diciamo, sì. E poi dicono "quindi,
obbedite." E noi diciamo no. E così ci dicono, siete protestanti! Avete
messo la ragione al di sopra del Magistero di oggi. E noi rispondiamo,
siete modernisti. Pretendete che l'insegnamento di oggi possa essere
diverso dall'insegnamento di ieri. Noi diciamo, quando ci atteniamo a
ciò che la Chiesa ha insegnato ieri, per necessità dobbiamo aderire
all'insegnamento della Chiesa oggi. Poiché la verità non è legata al tempo. La verità è al di sopra di esso. Ciò che è stato detto una volta vincola per sempre.
Questi sono i dogmi. Dio è così, Dio è al di sopra del tempo. E la fede
è l'adesione alla verità di Dio. E' al di sopra del tempo. Ecco perché
la Chiesa di oggi è legata e deve essere come (e non solo come) la
Chiesa di ieri. E così quando si vede l'attuale Papa affermare che ci
deve essere continuità nella Chiesa, noi diciamo: naturalmente! Questo è
ciò che abbiamo detto in ogni momento. Quando si parla di tradizione, è
proprio questo il significato. Si dice, ci deve essere Tradizione, ci
deve essere continuità. Quindi vi è continuità. Ci viene detto quindi,
il Vaticano II è stato fatto dalla Chiesa, la Chiesa deve essere un
continuo, perciò il Vaticano II è Tradizione. E noi diciamo, prego?
Si va ancora oltre, miei cari fratelli. Questo è accaduto durante i
dialoghi dottrinali. Al termine dei dialoghi, arriva l'invito da Roma.
In questo invito c'è una proposta di una sistemazione canonica, che è
quella di regolarizzare la nostra situazione. E posso dire, ciò che
viene presentato oggi, che è già diverso da quello che è stato
presentato il 14 settembre, si può considerare come un'ottima soluzione.
Sono soddisfatte tutte le nostre esigenze, si può dire, sul piano
pratico. Quindi non c'è un gran problema su questo punto. Il problema rimane ad un altro livello - a livello della dottrina. Ma anche lì si va molto lontano - molto lontano, miei cari fratelli. La chiave è un principio. Dicono, "dovete
accettare questo, dovete accettare il fatto che per i punti che fanno
difficoltà in merito al Concilio - punti che sono ambigui, dove c'è un
conflitto - questi punti, come l'ecumenismo, come la libertà religiosa,
questi punti devono essere intesi in coerenza con l'insegnamento perenne
della Chiesa. Quindi, se c'è qualcosa di ambiguo nel Concilio, è
necessario intenderlo come la Chiesa lo ha sempre insegnato, nel corso
dei secoli." Vanno ancora oltre e affermano: "si deve rifiutare tutto ciò che è contrario a questo insegnamento tradizionale della Chiesa."
Beh, questo è ciò che abbiamo sempre detto. Incredibile,
non è vero? Che Roma ci stia imponendo questo principio. Incredibile.
Poi ci si potrebbe chiedere, allora perché non accettare? Ebbene, miei
cari fratelli, vi è ancora un problema. Il problema è che in questo
testo danno due esempi di cosa e come dobbiamo capire questi principi.
Questi due esempi che ci forniscono sono l'ecumenismo e la libertà
religiosa, come sono descritti nel nuovo Catechismo della Chiesa
Cattolica, che sono esattamente i punti per i quali critichiamo il
Concilio. In altre parole, Roma ci dice, lo abbiamo fatto sempre.
Siamo tradizionalisti; il Vaticano II è Tradizione. La libertà
religiosa, l'ecumenismo sono la Tradizione. Sono in piena coerenza con
la Tradizione. Vi potreste chiedere solo, dove andiamo? Che tipo di
parole possiamo pronunciare, siamo d'accordo o no? Se anche i principi
che abbiamo preservato e affermato, ci dicono: "sì, va bene, potete
affermarli, perché questo è ciò che intendiamo" ...che è esattamente il
contrario di ciò che intendiamo. Penso che non potessimo procedere oltre
nella confusione.
In altre parole, miei cari fratelli, ciò significa che i nostri
interlocutori danno un altro significato alla parola "tradizione", e
anche magari alla parola "coerenza". Ed è per questo che siamo stati costretti a dire di no.<alla prima bozza del "preambolo dottrinale" ndt> Non
firmeremo quel documento. Siamo d'accordo con il principio, ma si vede
che la conclusione è il contrario. Grande mistero! Grande mistero!
Allora, cosa succederà adesso? Bene, abbiamo inviato la nostra risposta a
Roma. Continuano a dire che stanno riflettendo su di essa, il che
significa che probabilmente sono in difficoltà. Allo stesso tempo
penso che solo ora potremmo vedere cosa vogliono veramente. Ci vogliono
veramente nella Chiesa o no? Lo abbiamo detto loro molto chiaramente, se
ci accettate così come siamo, senza cambiamenti, senza obbligarci ad
accettare queste cose, allora siamo pronti. Ma se volete farci
accettare queste cose, non lo siamo. In realtà abbiamo appena citato
l'Arcivescovo Lefebvre che ha detto questo già nel 1987 - diverse volte
prima, ma l'ultima volta che l'ha detto fu nel 1987. In altre parole,
miei cari fratelli, umanamente parlando, è difficile dire come
sarà il futuro, ma sappiamo che quando abbiamo a che fare con la Chiesa,
abbiamo a che fare con Dio, abbiamo a che fare con la divina
provvidenza, e sappiamo che questa Chiesa è la Sua Chiesa. Gli esseri
umani possono causare alcuni disagi, alcune distruzioni. Possono causare
turbolenze, ma Dio è superiore ad esse, ed Egli sa, da tutti questi
avvenimenti - questi avvenimenti umani, queste le linee storte, Dio sa
come dirigere la sua Chiesa attraverso queste prove."
(...) Si vedrà, miei cari fratelli. Per noi, è chiarissimo. Noi dobbiamo
sempre sostenere la verità, professare la fede. Noi non faremo marcia
indietro, qualunque cosa accada.
C'è qualche minaccia adesso da parte di Roma, certo.
Si vedrà.
Noi lasciamo tutto questo nelle mani del Buon Dio e della Santissima Vergine.
Oh!
Sì, noi dobbiamo continuare la nostra crociata del Rosario. Noi contiamo
su di essa, noi contiamo su Dio. E ciò che deve accadere, accadrà.
Io non posso promettervi una bella primavera. Non so cosa accadrà
in primavera. So solo che la battaglia per la fede continuerà, qualunque
cosa accada. Sia che saremo riconosciuti, sia che non lo saremo.
Potete stare certi che i progressisti non saranno contenti. Essi
continueranno, e noi continueremo a combatterli.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.