Cardinal Ratzinger :
“[l’Istruzione “Donum Veritatis”] afferma - forse per la prima volta con questa chiarezza - che ci sono delle decisioni del magistero che non possono essere un’ultima parola sulla materia in quanto tale, ma sono in un ancoraggio sostanziale nel problema, innanzitutto anche un’espressione di prudenza pastorale, una specie di disposizione provvisoria. Il loro nocciolo resta valido, ma i singoli particolari sui quali hanno influito le circostanze dei tempi, possono aver bisogno di ulteriori rettifiche. Al riguardo si può pensare sia alle dichiarazioni dei Papi del secolo scorso sulla libertà religiosa, come anche alle decisioni antimodernistiche dell’inizio del secolo”. (Osservatore Romano, 27 giugno 1990, p. 6 ).
Monsignor Ocáriz :
“il concilio Vaticano II non definì alcun dogma, nel senso che non propose mediante atto definitivo alcuna dottrina. Tuttavia il fatto che un atto del magistero della Chiesa non sia esercitato mediante il carisma dell’infallibilità non significa che esso possa essere considerato «fallibile» nel senso che trasmetta una «dottrina provvisoria» oppure «autorevoli opinioni». Ogni espressione di magistero autentico va recepita come è veramente: un insegnamento dato da Pastori che, nella successione apostolica, parlano con il «carisma della verità» (Dei verbum, n. 8), «rivestiti dell’autorità di Cristo» (Lumen gentium, n. 25), «alla luce dello Spirito Santo» (Ibidem)”. (Osservatore Romano, 2 dicembre 2011, p. 6)
Il
Cardinal Ratzinger afferma chiaramente che esiste un Magistero che è
provvisorio e dà un esempio. Questo Magistero, secondo il Cardinale, non
è l’ultima parola su una materia, ossia non si tratta evidentemente
d’un Magistero infallibile, ma d’un Magistero puramente autentico, che
potrebbe essere fallibile su alcuni aspetti e soggetto a rettifiche.
Tale Magistero potrebbe essere l’espressione della prudenza pastorale,
un contributo in rapporto ad un problema. Le decisioni prudenziali
possono e talvolta debbono cambiare a seconda delle circostanze. Tale
insegnamento inclina verso una posizione senza per questo condannare
l’altra posizione. Si tratta d’un Magistero esercitato in un preciso
momento e per le circostanze del momento, potendo quindi cambiare se le
circostanze cambiano. Il Cardinale non afferma che tutto il Magistero
non-infallibile è esplicitamente provvisorio, ma che esiste anche un
Magistero di questo tipo. Classicamente questa sorta di Magistero
provvisorio, è detto quello che afferma che una tale dottrina è tuta vel non tuta.
Tale
Magistero non vuole metter fine alla questione, ma indica che una
determinata dottrina, nel contesto contemporaneo a tale atto del
Magistero, può essere insegnata senza pericolo per la fede o la morale
oppure che, al contrario, essa non può essere insegnata senza mettere in
pericolo la fede o la morale. Allo stesso modo, per esempio, una tesi
filosofica può essere condannata come non tuta, non perché
il Magistero la consideri falsa in maniera assoluta, ma perché nelle
circostanze del momento (considerando in particolare lo stato in cui si
trova la teologia, la filosofia o la scienza nel citato momento) non si
riesce a conciliarla agevolmente col Deposito Rivelato ed è dunque
imprudente tenerla. Col tempo il Magistero può condannare
definitivamente tale teoria o affermarne la sua compatibilità con la
Rivelazione. In tale quadro può vedersi il caso della condanna di
Galileo Galilei, cui fu chiesto di non insegnare in maniera perentoria
ciò che all’epoca era solo una tesi non provata. In linea di principio
dunque un Magistero puramente autentico e provvisorio può esistere, come
l’afferma il Cardinal Ratzinger. Che tale sia il caso del Magistero
contro la libertà religiosa del XIX secolo e del Magistero contro il
modernismo all’inizio del secolo XX, resta quantomeno estremamente
dubbio[1].
Un’analisi
dell’affermazione di Mons. Ocariz non è facile, poiché il testo manca
di chiarezza. Si vuol semplicemente dire che il Magistero del Vaticano
II non appartiene a questo tipo di Magistero fallibile provvisorio ?
Magistero che esisterebbe dunque altrove, ma non nel caso dell’ultimo
Concilio? Si può interpretare in tal modo la sua affermazione ambigua: “il
fatto che un atto del magistero della Chiesa non sia esercitato
mediante il carisma dell’infallibilità non significa che esso possa
essere considerato «fallibile» nel senso che trasmetta una «dottrina
provvisoria» oppure «autorevoli opinioni»”
? In tal maniera afferma forse che un atto di Magistero (puramente)
autentico non trasmette necessariamente una dottrina provvisoria, benché
possa farlo ? O in senso contrario vuole dire che nessun atto di
Magistero (puramente) autentico può essere provvisorio ? Sembra
piuttosto essere questo ciò che la sua ultima frase vuole indicare,
poiché, per spiegare l’affermazione che il Vaticano II non è
provvisorio, finisce per inglobare tutto il Magistero autentico: “Ogni
espressione di magistero autentico va recepita come è veramente: un
insegnamento dato da Pastori che, nella successione apostolica, parlano
con il «carisma della verità» (Dei verbum, n. 8), «rivestiti dell’autorità di Cristo» (Lumen gentium, n. 25), «alla luce dello Spirito Santo»
(ibidem) »”. Mons. Ocáriz sembra quindi piuttosto escludere la
possibilità di qualsiasi Magistero provvisorio, contraddicendo il
Cardinal Ratzinger, la pratica della Chiesa e la dottrina comune dei
teologi.
Si deve inoltre
affermare che un Magistero non-infallibile rimane sempre accompagnato da
un certo carattere provvisorio, altrimenti si avrebbe a che fare con un
Magistero sempre definitivo, immutabile, irreformabile, in finale
infallibile. La distinzione tra fallibile e infallibile, data dalla
Chiesa stessa, non avrebbe più alcun senso. Questo carattere provvisorio
può essere espresso o direttamente (o esplicitamente) dal Magistero
quando afferma che una dottrina è tuta vel non tuta, o
indirettamente (o implicitamente) quando il Magistero afferma una
dottrina (insegnandone la verità) o la condanna (insegnandone la
falsità), senza tuttavia metter fine alla questione. Bisogna anche
aggiungere che tale carattere provvisorio può avere più graduazioni. E
tale Magistero puramente autentico, anche se non è direttamente o
esplicitamente provvisorio non è de iure infallibile e resta
riformabile. Si tratta d’un insegnamento che può contenere errori, anche
se ciò resta assai raro, e conseguentemente non si può in nessun modo
esigere un assenso assoluto per il solo fatto che si tratta d’un atto
magisteriale dell’autorità ecclesiastica.
Don Daniel Pinheiro
___________________________
[1]Tale Magistero non è Magistero Straordinario Infallibile, ma è molto probabilmente Magistero Ordinario Pontificio Infallibile, fondato sulla Rivelazione stessa. Questa posizione ha inoltre, a suo fondamento, delle solide ragioni dottrinali e teologiche. Sulla libertà religiosa si rinvia allo studio di Mons. De Castro Mayer.
[Fonte: Disputationes Theologicae]
Chiaramente noi rifiutiamo la tesi esposta dell'allora cardinare Ratzinger riguardo la libertà religiosa o l'ecumenismo secondo la qualefurono disposizioni provvisorie riducendo così un magistero ordinario infallibile - la Pascendi e il Lamentabili di Pio X e la Mortalium animos di Pio XI- a magistero provvisorio e dunque reformabile reintroducendo, e giustificando, parte del pensiero modernista condannato dall'allora Magistero Pontificio.
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