martedì 15 febbraio 2011

Golias tradizionalista!


Sottotiolo: l’Istituto del Buon Pastore e l’Ecclesia Dei

Ebbene sì: Golias, l’altoparlante del più accanito –e pressoché maggioritario- ultraprogressismo francese ( rispetto al quale i Focolarini appaiono fastidiosamente conservatori , tanto per capirci)… si è eretto contro un Vescovo a difesa della tradizione.
Chi l’avrebbe mai detto: Golias compagno di viaggio!
E non c’è che dire: quando i progressisti attaccano, attaccano bene!
Una serie di accuse velate in tono diffamatorio, qualche malcelata minaccia qua e là, colpi bassi sulla situazione finanziaria… il tutto condito da risentimento e cattiverie gratuite che, devo ammettere, con quel tono scanzonato hanno tutto il sapore di una torta al catarro con lo zucchero.
Ma il più bello viene adesso: perché il Golias della fratellanza, della solidiarità e dell’amore universale se la prende così tanto col povero Mons. Turini, Vescovo di Cahors?
Perché quest’ultimo ha avuto la malaugurata idea di prendere in considerazione la generosa offerta dell’Istituto del Buon Pastore (e a cifre a sei zeri, dice, mica briciole..) in merito ad una delle numerose strutture diocesane di Cahors che la primavera conciliare ha consacrato a ripostiglio di ricordi migliori.
l’Istituto del Buon Pastore è infatti da anni in cerca di una struttura adatta ad accogliere il Seminario in progressiva espansione..
Dal canto suo il Vescovo ha per le mani un sacco di case vuote per le quali cerca disperatamente un acquirente e, a quanto pare, la sua diocesi ha enormi problemi finanziari. Dalle due necessità AVREBBE potuto nascere una collaborazione virtuosa, no!?
No.
Qui entra in gioco Golias –come al solito, informatissimo- che prende le parti di “numerosi preti e laici impegnati” che non accettano “la brutalità” con cui il Vescovo prende le decisioni.
Si noti bene: non già la decisione di vendere, bensì la semplice decisione di prendere in considerazione l’offerta e di degnarsi di incontrare Don Philippe Laguérie!
Golias scarica l’artiglieria contro “l’integrismo dottrinale” di Laguérie, che cercherebbe di far funzionare la propria aziendina “approfittando” di un Vescovo con difficoltà finanziarie: “l’occasione fa l’uomo ladro” (..probabilmente Golias non patteggia per il Buon ladrone..); Golias ne ha pure per i seminaristi, dileggiati come “futuri santi preti” (lo usa in tono sarcastico!) “pronti ad arruolarsi e a servire nella milizia di Cristo”, forti di una “ideologia nauseante”.
E stiamo parlando del Buon Pastore, ricordiamo, un Istituto “Ecclesia Dei” nato con la benedizione del Santo Padre.
Qualcuno si starà chiedendo cosa ci sarebbe di tradizionalista in Golias: è presto detto.
La conclusione dell’articolo è una profusione di suppliche strappacuore… “il Vescovo può cominciare a dormire sonni tranquilli e i suoi guai finanziari potranno trovare una soluzione grazie all’offerta d Don Laguérie… che importa dopo tutto la storia di un luogo al quale restano intimamente legati numerosi preti e fedeli della diocesi (giusto, la storia.. ora la casa è vuota).. che importa da dove vengano i soldi (neanche fosse un mafioso!!)… che importa, infine, se questa diocesi di TRADIZIONE CONCILIARE e di apertura si prepara a ospitare..”.. i brutti cattivi!
Eccola qua: LA TRADIZIONE CONCILIARE.
Stropicciatevi gli occhi e rileggete: ….tradition conciliaire…. Tradizione conciliare! Un nuovo vocabolo del grande dizionario del post-concilio!
Esiste La Tradizione (che porta in se il nettare spirituale degli Apostoli, dei Padri, dei Martiri, dei Santi, dei Dottori della Chiesa)..e poi, la tradizione “conciliare”, che conosce UN solo concilio, e guai a chi lo tocca. O meglio, conosce il Concilio come evento “di apertura”, insomma un gran “tana-libera-tutti” ecclesiale..
Una tradizione di “apertura” pronta a spaccare le reni a chi ha la stravaganza di inginocchiarsi per ricevere il Corpo di Cristo sulla lingua, magari dopo la recita del “confiteor”. Una tradizione che ha svuotato le diocesi, affossandole in gelide crisi finanziarie (e vocazionali, e di fede, e di partecipazione dei fedeli alla messa ecc ecc) e non contenta, non vuole nemmeno che si possano ospitare dei giovani cattolici aspiranti al Sacerdozio in "piena comunione" col Santo Padre: eh già, non sono preti “di apertura” e nemmeno fedeli impegnati della diocesi!..
Piuttosto che ai seminaristi del Buon Pastore, meglio dare la casa agli scout musulmani per il dialogo con gli ebrei come ha fatto un altro
Monsy Python, Vescovo di Besançon, giusto l’hanno scorso, sempre ai danni del Buon Pastore..
Inutile dire che, a seguito del polverone Golias e di ben 2 riunioni del consiglio presbiterale, la risposta del Vescovo Turini è stata:
NO.
A questo punto, una domanda, un dubbio e una perplessità (Marzullo eleison!)
Domanda: qual è il ruolo centrale della Commissione Ecclesia Dei? Staccare i biglietti all’ingresso del cinema?
Dubbio: dovremmo dedurre che la Fraternità San Pio X faccia benissimo a tenersi Vescovi e giurisdizione “globale”: che je frega, apre e chiude quando vuole, chiese, centri di messa, conventi, seminari, ostelli, scuole, case di riposo… Non credo guadagni nulla a legarsi le mani esponendosi all’arbitrio di Ordinari che preferiscono chiuder baracca piuttosto che lasciar posto alla fede cattolica.
Perplessità: l’Istituto del Buon Pastore nasce sotto i migliori auspici; creato da colonne della famiglia spirituale di Mons. Lefebvre (basti citare don Aulaigner, suo braccio destro e superiore del distretto francese della FSSPX per anni, e don Laguérie, per 14 anni parroco di St. Nicholas du Chardonnet, cuore nobile della battaglia della Tradizione..) sceglie di sottrarsi a certe logiche interne alla fraternità ( tipo il "divieto" di matrimoni misti catto-cattolici e la communio in sacris tra cattolici tradizionalisti FSSPX e Ecclesia Dei!..), rimettersi canonicamente alle dipendenze del Sommo Pontefice, assumendo in modo chiaro una posizione critica nei confronti del Vaticano II : e ben venga… del resto, non mi direte che i Neocatecumenali siano figli della liturgia così come esce dalla Sacrosantum Concilium o i Focolarini, i ReMagi dei sincretismo siano figli della Dominus Jesus!.. Della serie, tutti fanno carta straccia dei testi conciliari (qui l’attuale Card. Koch lo ammetteva con imbarazzante candore ) e del magistero seguente; l’Istituto del Buon Pastore NO, ma con riverente chiarezza, presenta chiara l’esistenza di un problema (evidente).
Ebbene, come sono ripagati? Gli viene persino negata la possibilità di un luogo più adatto per i suoi oltre trenta seminaristi (tra cui anche alcuni italiani e al Prof. Don Carusi) oltre al classico ostracismo di norma.
La riuscita di un istituto come quello del Buon Pastore dovrebbe stare molto a cuore a Roma: dalla riuscita o dal fallimento di tale istituto avranno anche più o meno senso gli “accordi” a Roma con la FSSPX: è possibile o no esser incardinati, avere una posizione canonica regolare… ed esser fedeli alla Tradizione e alla Messa senza per questo esser considerati pericolosi appestati?
Zac
 

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