«È severamente da riprovarsi il temerario ardimento di coloro che di proposito introducono nuove consuetudini liturgiche o fanno rivivere riti già caduti in disuso e che non concordano con le leggi e le rubriche vigenti. Cosi, non senza grande dolore, sappiamo che accade non soltanto in cose di poca, ma anche di gravissima importanza: non manca, difatti, chi usa la lingua volgare nella celebrazione del Sacrificio Eucaristico... L'uso della lingua latina... è un chiaro e nobile segno di unità e un efficace antidoto ad ogni corruttela della pura dottrina...» (Pio XII, "Mediator Dei", 1947).
venerdì 8 giugno 2012
Ermeneutica della rottura
«È severamente da riprovarsi il temerario ardimento di coloro che di proposito introducono nuove consuetudini liturgiche o fanno rivivere riti già caduti in disuso e che non concordano con le leggi e le rubriche vigenti. Cosi, non senza grande dolore, sappiamo che accade non soltanto in cose di poca, ma anche di gravissima importanza: non manca, difatti, chi usa la lingua volgare nella celebrazione del Sacrificio Eucaristico... L'uso della lingua latina... è un chiaro e nobile segno di unità e un efficace antidoto ad ogni corruttela della pura dottrina...» (Pio XII, "Mediator Dei", 1947).
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