venerdì 30 dicembre 2011

Audit del debito, come primo passo...


A scanso di equivoci, chiarisco subito in premessa che, dal mio personalissimo punto di vista, tutto il debito pubblico che la Repubblica Italiana ha emesso dopo il 15 agosto 1971 (fine degli accordi di Bretton Woods e della parità dollaro-oro) è totalmente illegittimo e dovrebbero pagarlo di tasca loro i politici e i banchieri che lo hanno generato.

Lo considero un debito illegittimo perché (come insegna Auriti) se, dal '71, non esiste più la riserva aurea a garanzia del denaro “stampato” dai banchieri centrali, appaiono ovvie ed evidenti le seguenti conclusioni:

  a) le banche centrali non sono più “proprietarie” del denaro emesso (perchè non sono più proprietarie della riserva) e quindi non possono concedere a prestito una cosa che non possiedono

  b) se il denaro viene creato dal nulla, senza alcuna copertura, il Popolo Sovrano può tranquillamente stamparselo da solo senza indebitarsi 

  c) in una Repubblica Democratica, una Banca Centrale controllata da un cartello di banchieri privati non può avere maggiore sovranità del Popolo sovrano

La totale illegittimità del debito pubblico post-BrettonWoods dovrebbe indurci ad una unica decisione politica: ridare al Popolo la sovranità monetaria nazionalizzando la banca centrale e tornando ad emettere moneta esente da debito.
Questo in un mondo governato dalla logica, dal buon senso, e da una classe politica consacrata esclusivamente alla tutela del bene comune.

Che non è il mondo in cui viviamo, purtroppo.

Conclusa la doverosa premessa e accantonata (solo per un attimo) l'idea di lottare per una soluzione radicale e definitiva del problema del denaro-debito, mi pongo più pragmaticamente il problema di definire una strategia immediata per la riduzione del danno valutando con attenzione la situazione in cui ci troviamo dopo 40 anni di selvaggia speculazione.

E l'unica strategia di riduzione del danno consiste, ora, nel guardare in faccia il debito accumulato, analizzarlo con meticolosa attenzione e stabilire:

a) Quali creditori devono essere assolutamente rimborsati
b) Quali creditori possono aspettare un po’ di più o avere un po’ di meno
c) Quali creditori devono mettersi il cuore in pace...

Le famiglie e le imprese italiane che hanno investito nei titoli di stato i risparmi accumulati in una vita di sacrifici e lavoro, i piccoli risparmiatori domestici insomma, vanno assolutamente salvati. Non si discute.

Per tutti gli altri, facciamo una bella analisi, caso per caso, e stabiliamo il giusto livello di rimborso e la giusta priorità (per un debito che è e resta, comunque, complessivamente, illegittimo).

Questo non è un esercizio di fantasia ma si chiama AUDIT DEL DEBITO PUBBLICO e può essere affidata ad una commissione di esperti incaricata dal nostro Parlamento.

Ad esempio, lo hanno fatto nel 1992 in Ecuador:

Che dite, lo chiediamo anche noi a gran voce ai nostri “politici” ?

Con quali motivazioni possono rifiutarsi di appoggiare una iniziativa del genere mentre ci chiedono ogni giorno di fare sacrifici proprio per "abbattere" il debito ?

Vogliamo solo sapere chi sono i nostri creditori: è il minimo che possiamo chiedere prima di pagare il conto, no?

Fonte: Piazza Verdi

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