martedì 10 luglio 2012

La FSSPX chiede urgentemente a Mons. Müller di fare una dichiarazione su queste controverse posizioni, correggendole

Continua, a buon ragione, lo stupore e la richiesta di chiarimenti riguardante la nomina di Mons. Müller a Prefetto della CDF a causa di non poche dichiarazioni, scritte ed orali, quanto meno eterodosse nei confronti di dottrine dommatiche della Chiesa.
Il sito Una Vox  mette alla nostra evidenza l'ennesima (non è la prima da parte della Freternità, si veda qui) richiesta di chiarimenti, Catechismo e Vaticano II alla mano, riguardo dichiarazioni contrarie alla Fede cattolica:

Comunicato del Distretto tedesco
della Fraternità Sacerdotale San Pio Xdel 5 luglio 2012

sulla nomina di Mons. Gerhard Ludwig Müller a
Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede

dal sito della Fraternità in Germania




La Fraternità San Pio X chiede urgentemente a Mons. Müller di fare una dichiarazione su queste controverse posizioni, correggendole

La Chiesa ha sempre ritenuto che uno dei compiti più importanti per difendere fedelmente il deposito della Fede, affidatole da Cristo e dagli Apostoli, fosse quello di preservarlo dagli errori, per poterlo trasmettere intatto alle future generazioni. Giustamente, quindi, l’ufficio di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede è uno dei più alti incarichi nella Chiesa.

La Fraternità Sacerdotale San Pio X in Germania è stata quindi colta di sorpresa dall’assegnazione a quest’ufficio del Vescovo di Ratisbona, Gerhard Ludwig Müller. E si meraviglia per come sia possibile che si assegni a quel posto un uomo che nei suoi scritti e nei suoi pubblici discorsi ha ripetutamente offeso la dottrina cattolica.

Ecco i punti salienti:

Mons. Müller, nel suo libro Die Messe – Quelle christlichen Lebens (La Messa, fonte della vita cristiana), nega la reale transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Secondo lui, il pane e il vino restano quello che sono, ma sono i mezzi per integrare i credenti nella comunione di vita col Padre e il Figlio. Questo assomiglia alla dottrina calvinista, secondo la quale il pane e il vino non cambiano, ma sono mezzi della grazia. (1)

Contrariamente a quanto afferma la dottrina cattolica, che la transustanziazione dei doni si compie per mezzo dell’espressione “Questo è il mio corpo… questo è il calice del mio sangue” (2), Mons. Müller afferma che la questione del momento esatto del cambiamento, “teologicamente non ha alcun significato reale” (3).

Nei suoi insegnamenti dogmatici, Mons. Müller nega la dottrina della verginità di Maria (4), e pure la dottrina che Maria diede alla luce suo Figlio senza pregiudizio per la sua integrità fisica (5).

In un elogio del vescovo protestante Johannes Friedrich, l’11 ottobre del 2011, Mons. Müller afferma: “I cristiani che non sono in piena comunione con l’insegnamento sulla salvezza e la costituzione apostolica ed episcopale della Chiesa cattolica, sono giustificati dalla fede e dal battesimo e incorporati integralmente nella Chiesa di Dio in quanto Corpo di Cristo.” Questo contraddice tutta la tradizione cattolica e in particolare l’insegnamento di pio XII nella Mystici Corporis.

In contrasto con la dottrina cattolica della necessità della conversione alla Chiesa cattolica, come insegnato esplicitamente dal Concilio Vaticano II (6), Mons. Müller, nello stesso discorso, afferma che il cosiddetto “ecumenismo di ritorno” sarebbe “assurdo”.

La Fraternità San Pio X chiede urgentemente a Mons. Müller di fare una dichiarazione su queste controverse posizioni, correggendole. Non è per antipatia personale che la Fraternità assume questa posizione, ma solo per il desiderio della predicazione corretta della dottrina della fede.

Poiché in questi ultimi anni Mons. Müller non ha fatto mistero del suo atteggiamento negativo nei confronti della Fraternità San Pio X, questa non vede alcun nuovo segnale positivo circa la volontà di discutere la questione del riconoscimento canonico. Essa spera che il nuovo Prefetto possa addivenire a più positivi atteggiamenti nei confronti della Fraternità, nel contesto dei colloqui con la Chiesa universale.

Don Matthias Gaudron, teologo dogmatico della Fraternità San Pio X

NOTE

1 - «In realtà, Corpo e sangue di Cristo non significano le parti fisiche dell’uomo Gesù durante la sua vita o nel suo corpo glorificato [...] Corpo e sangue significano qui piuttosto una presenza di Cristo nel segno mediato dal pane e del vino». Noi abbiamo «adesso la comunione con Gesù Cristo, mangiando e bevendo il pane e il vino. Qualcosa che nelle relazioni interpersonali basta una lettera d’amicizia a stabilire, così che alla ricezione si può dire che l’amore del mittente può essere visto e incarnato» (Die Messe – Quelle christlichen Lebens [La Messa, fonte della vita cristiana], Augsburg, St. Ulrich Editore: 2002, pp 139 ss).
2 - Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 1375, 1377.
3 - Die Messe – Quelle christlichen Lebens, p. 142.
4 - Cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica, 499, 510.
5 – «Non si tratta delle caratteristiche fisiologiche del processo naturale della nascita (qualcosa come la non apertura della cervice, la non violazione dell’imene o l’assenza di doglie), ma della guarigione e dell’influenza redentrice della grazia del Salvatore sulla natura umana ferita dal peccato originale. I contenuti delle affermazioni dottrinali… non derivano dell’azione fisiologica ed empiricamente verificabile dei dettagli somatici» (Katholische Dogmatik für Studium und Praxis, Freiburg, 5° ed., 2003, p. 498 – In italiano: Dogmatica cattolica. Per lo studio e la prassi della teologia, Ed. San paolo, 1999). 
In verità, l'insegnamento tradizionale mantiene persino tali peculiarità fisiologiche.
6 - «Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare.» (Lumen Gentium, 14).

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