Intervento del Card. Lercaro:
Pregiudizialmente la chiesa deve riconoscersi culturalmente povera e volere essere coerentemente sempre più povera. Non parlo qui della povertà materiale, ma di una speciale applicazione della povertà evangelica proprio al campo della cultura ecclesiastica. Anche in questo campo — come in quello dei beni e delle istituzioni patrimoniali — la chiesa conserva tuttora certe ricchezze di un passato glorioso ma forse anacronistiche (sistemi scolastici di filosofia e di teologia, istituzioni educative e accademiche, metodi di insegnamento universitario e di ricerca).
La Chiesa deve avere il coraggio, se è necessario, di rinunziare a queste ricchezze o almeno di non presumere troppo di esse, di non vantarsene e di confidarvi sempre più cautamente: possono non porre sul candelabro, ma nascondere sotto il moggio, la lampada del messaggio evangelico e possono impedire alla chiesa di aprirsi ai valori veri della nuova cultura o delle culture antiche non cristiane, limitare l’universalità del suo linguaggio, dividere anzi che unire, escludere molti più uomini di quanti non ne attirino e ne convincano.
(testo tratto da: Per la forza dello Spirito. Discorsi Conciliari del Card. Giacomo Lercaro, Bologna:EDB, 1984, p. 227).
San Pio X - Enc. Pascendi:
[I modernisti] Deridono perciò continuamente e disprezzano la filosofia e la teologia scolastica. Sia che ciò facciano per ignoranza, sia che il facciano per timore o meglio per l'una cosa insieme e per l'altra; certo si è che la smania di novità va sempre in essi congiunta coll'odio della Scolastica; né vi ha indizio più manifesto che taluno cominci a volgere al modernismo, che quando incominci ad aborrire la Scolastica.
Ricordino i modernisti e quanti li favoriscono la condanna che Pio IX inflisse alla proposizione che diceva (Sillabo, Prop. 12): "Il metodo ed i principî, con cui gli antichi Dottori scolastici trattarono la teologia, più non si confanno ai bisogni dei nostri tempi ed ai progressi della scienza".
[…] La prima cosa adunque, per ciò che spetta agli studi, vogliamo e decisamente ordiniamo che a fondamento degli studi sacri si ponga la filosofia scolastica.
[…] Ciò che conta anzi tutto è che la filosofia scolastica, che Noi ordiniamo di seguire, si debba precipuamente intendere quella di San Tommaso di Aquino: Posto così il fondamento della filosofia, si innalzi con somma diligenza l'edificio teologico.
Ps: Lercaro partecipò ai due conclavi del 1958 e 1963 nonché al Concilio Vaticano II, di cui fu moderatore e membro di una delle commissioni preparatorie.
Dal 1966 al 1968 fu presidente del consiglio per la riforma liturgica, che proprio in quegli anni preparava una serie di importanti mutamenti liturgici, fra i quali il passaggio dalla messa in latino a quella nelle lingue nazionali.
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